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La salute degli immigrati, Inmp: "Rispetto agli italiani si ricoverano meno e hanno tassi mortalita' piu' bassi"
Roma, 19 dic. - "Rispetto agli italiani, tra gli immigrati sono complessivamente piu' bassi i tassi di mortalita' (del 17% tra i maschi e del 30% tra le donne); fanno eccezione le persone provenienti dall'Africa sub-sahariana, tra le quali si registrano tassi di mortalita' superiori a quelli degli italiani e degli stranieri provenienti da altre aree (del 33% tra gli uomini e del 69% tra le donne)". È quanto emerge dal volume 'Salute degli immigrati e disuguaglianze socioeconomiche nella popolazione residente in Italia valutate attraverso la rete degli Studi Longitudinali Metropolitani' realizzata nell'ambito di due progetti coordinati e finanziati dall'Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il contrasto delle malattie della Poverta' (INMP), sotto la supervisione scientifica dell'Osservatorio Epidemiologico Nazionale per l'Equita' nella Salute (OENES) dell'INMP.
Nel report emerge anche come "gli stranieri si ricoverano meno degli italiani, tranne che per malattie infettive e malattie del sangue, mentre tra le donne per cause legate a gravidanza e parto. I tassi di ricovero, nel complesso, sono inferiori in tutte le citta', in regime ordinario, ma ancor piu' in day-hospital. Inoltre, sia pure in un contesto di forte variabilita' tra centri e aree di provenienza, tra gli stranieri (maschi adulti) si registra un rischio complessivo del 34% piu' elevato di ricoveri evitabili, vale a dire per cause che avrebbero potuto essere trattate in un setting ambulatoriale.
L'insieme di questi risultati e' motivo di riflessione e sembra suggere la presenza di disuguaglianze nell'accesso all'assistenza sanitaria territoriale per gli stranieri".
La salute materno-infantile e' invece l'area di salute piu' critica per la popolazione immigrata. "Tra i figli di donne immigrate, in particolare se africane, sono piu' elevate la mortalita' neonatale (71% in piu') e post-neonatale (63% in piu'), rispetto ai figli di italiane. Si osserva una mortalita' maggiore tra gli stranieri (24% in piu') anche tra i bambini di 1-4 anni. Gli eccessi riguardano in particolare gli immigrati provenienti dall'Africa settentrionale e subsahariana e quelli con piu' di 5 anni di permanenza in Italia. Per i bambini di origine straniera, molti dei quali appartengono alla seconda generazione, la maggiore mortalita' registrata potrebbe suggerire la presenza di condizioni di contesto familiare piu' sfavorevoli, a partire da quelle legate allo svantaggio socioeconomico, osservazione tanto piu' preoccupante se si pensa che gli studi sono stati condotti in citta' con un elevato standard di servizi socio-sanitari (Torino, Reggio Emilia, Bologna, Modena). Vi sono probabilmente fattori che ostacolano l'equita' negli esiti riproduttivi che riguardano la condizione di immigrato in quanto tale e che potrebbero essere correlate alle barriere informali nell'accesso all'assistenza appropriata in gravidanza; inoltre, non e' da escludere come, tra chi proviene dall'Africa sub-sahariana, gli esiti piu' sfavorevoli possano dipendere anche dalle condizioni di vita nei Paesi di origine".
Inoltre, attraverso la rete degli Studi Longitudinali Metropolitani, e' stato innanzitutto possibile studiare le disuguaglianze socioeconomiche osservate tra la popolazione residente in tutti i centri considerati, sia pure con differente intensita' a seconda dell'indicatore considerato. Ad esempio, si "e' rilevato come le persone che vivono sole o in nuclei familiari monogenitoriali hanno maggiore probabilita' di decesso, il che sembrerebbe confermare il ruolo protettivo di un nucleo familiare forte nei confronti della vulnerabilita' causata da motivi di salute. Il riscontro di una piu' elevata mortalita' tra chi vive in un'abitazione disagiata, conferma che una risorsa materiale come la qualita' dell'alloggio, rappresenti a tutti gli effetti un indicatore di posizione sociale in grado di influenzare la salute in tutte le aree metropolitane considerate".
"È noto - commenta l'Inmp - che in Italia sono presenti, con intensita' eterogenea nel Paese, disuguaglianze in tutti gli esiti di salute, considerando per le piu' importanti dimensioni di posizione socioeconomica. Alcuni sottogruppi di popolazione, in particolare gli immigrati, risultano inoltre particolarmente vulnerabili allo svantaggio nella salute. Benche' in Italia l'accesso ai servizi sociosanitari sia garantito alla popolazione immigrata residente dalla presenza di un Servizio Sanitario Nazionale di stampo universalistico e da una legislazione complessivamente favorevole, permangono ancora forti squilibri e disomogeneita' sul territorio nazionale nel garantire i livelli essenziali di assistenza a questa popolazione".
In ogni caso, spiega l'Inmp "gli studi confermano che le condizioni di salute degli immigrati sono complessivamente migliori rispetto a quelle della popolazione autoctona, seppur con una certa eterogeneita' per area di provenienza e tra i centri partecipanti al progetto".
(Red)
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PRESIDENTE Antonio Magi |
VICE-PRESIDENTE Pier Luigi Bartoletti |
SEGRETARIO Claudio Colistra |
TESORIERE Luisa Gatta |
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CONSIGLIERI MEDICI |
Foad Aodi |
Musa Awad Hussein |
Roberto Bonfili |
Stefano Canitano |
Gianfranco Damiani |
Giuseppe Imperoli |
Luigi Tonino Marsella |
Cristina Patrizi |
Ivo Pulcini |
Rosa Maria Scalise |
Maria Grazia Tarsitano |
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COMMISSIONE ODONTOIATRI |
PRESIDENTE Brunello Pollifrone |
SEGRETARIO Sabrina Santaniello |
COMPONENTI Nicola Illuzzi |
Giuseppe Marzo |
Giovanni Migliano |
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COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI |
PRESIDENTE Alfredo Cuffari |
COMPONENTI Emanuele Bartoletti |
Maria Cristina Billi |
SUPPLENTE Antonio Manieri |
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