Roma, 16 dic. - Modificare il "Decreto sicurezza" (Legge 132/2018), "garantendo in ogni caso le prestazioni sanitarie a soggetti vulnerabili e persone bisognose di protezione e mantenendo, come sancito dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 252 del 2001), la sussistenza di un nucleo irriducibile del diritto alla salute protetto dalla Costituzione come ambito inviolabile della dignita' umana". A chiederlo e' oggi il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, che ha indirizzato una lettera in tal senso, condivisa con tutto il Comitato Centrale, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, al Ministro della Salute Roberto Speranza.
"La FNOMCeO ritiene- scrive infatti Anelli - che ogni legge che limita, direttamente o indirettamente, il diritto e l'accesso alla salute nella sua globalita' sia un grave atto contro quanto previsto dalla nostra Costituzione", oltre a essere "contraria al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, sottoscritta dall'Italia nel settembre 2015. La progressiva applicazione della legge 132/2018", secondo il Presidente Fnomceo, rischia di "comportare difficolta' e ostacoli di natura amministrativo-burocratica rispetto ai necessari interventi di natura clinico-assistenziale". Nel mirino della Federazione, uno specifico aspetto della Legge, "che vede, a suo avviso, un improprio coinvolgimento della figura del medico". Si tratta della disposizione che assegna al medico, dipendente da una struttura sanitaria pubblica o convenzionato con il SSN, il compito di accertare ai fini di un eventuale rilascio da parte del Questore di un permesso di soggiorno per cure mediche se, in caso di rientro al Paese di origine o di provenienza, il paziente straniero in condizioni di salute di particolare gravita` possa subire un rilevante pregiudizio. Al medico viene chiesto di valutare ed accertare proprio la "particolare gravita`" delle condizioni del paziente, e di verificare ed accertare, "mediante idonea documentazione", che quella persona non abbia, nel proprio paese di origine o provenienza, la possibilita' di essere curata adeguatamente.
"La Legge, nell'affidare al Medico questo ruolo- osserva Anelli- non chiarisce ne' di quali mezzi potrebbe disporre per l'accertamento di dette situazioni ne' a quali responsabilita' andrebbe incontro nell'espletamento di tale compito, che di fatto costituirebbe la constatazione dell'impossibilita' di cura efficace del paziente straniero in caso di rientro al Paese di origine o di provenienza".
"La FNOMCeO esprime una forte preoccupazione che, a fronte di tali compiti, il medico si trovi effettivamente nella situazione di dover decidere- senza poter disporre di informazioni, strumenti e criteri oggettivi- su un eventuale rimpatrio forzato per provvedimento di espulsione - argomenta -, rischiando di compromettere la prognosi e la qualita` di vita di una persona, senza trascurare il verificarsi di situazioni e responsabilita' di notevole impatto da un punto di vista deontologico. Il patrimonio di diritti universali costruito dall'Italia attraverso il suo SSN, che ha portato a promuovere e tutelare la salute di tutti, senza alcuna distinzione- conclude Anelli- deve essere custodito orgogliosamente e messo al riparo da misure che ne possano compromettere lo spirito ed i risultati di Salute pubblica".
Da qui la richiesta di modificare la normativa, nell'ambito della revisione dei Decreti sicurezza che, secondo quanto annunciato dallo stesso Ministro Lamorgese, dovrebbe essere messa all'Ordine del Giorno del Consiglio dei Ministri entro gennaio. L'abrogazione tout court dei Decreti sicurezza e' stata invece una delle sei richieste rivolte ieri alla Politica dalla manifestazione di Roma del Movimento delle 'Sardine'.
(Comunicati)