(DIRE) Roma, 13 set. - Al via a Roma la due giorni del XX Congresso nazionale della Societa' italiana di flebologia clinica e sperimentale, organizzato in collaborazione con il XV Congresso Fleboforum e il Simposio regionale del Lazio Simcri. La Dire ha intervistato il presidente Sifcs, Massimo Danese.
- Presidente quali sono le novita' di questa edizione? "Sono molto contento di come sta riuscendo questo XX Congresso nazionale, vista l'alta affluenza. Anche perche' si rivolge non solo ai medici ma anche agli infermieri, ai tecnici ortopedici e ai fisioterapisti. Undici in totale le sessioni che partono dal tema del tromboembolismo venoso, cioe' della malattia tromboembolica, importante dal punto di vista delle lesioni potenzialmente mortali. Per quanto riguarda invece le strategie terapeutiche, verranno trattate principalmente quelle mini- invasive dal laser alla radiofrequenza ma anche la scleroteratia, che rappresentano ormai un cavallo di battaglia per l'insufficienza venosa superficiale. Si parlera' inoltre di nuovi materiali per le trombosi venose profonde, quindi nuovissimi approcci endoluminali o endovascolari al sistema venoso con meccanismi di filtri, tromboaspirazioni e stent venosi. Un'altra importante sessione e' quella dedicata al linfedema, che rappresentera' momenti di diagnosi, timing terapeutico, e su cui relazionera' la professoressa Salgarello del Gemelli di Roma, esponendo dei casi per arrivare alla riabilitazione del linfedema. Un tema strategico, perche' consente al paziente di uscire fuori da un tunnel molto buio. Rilevante poi il workshop dedicato alla medicina e chirurgia rigenerativa per la cura delle lesioni atrofiche difficili. Infine, fiore all'occhiello, il Premio SIFCS 2018 'Under 40', che verra' consegnato alla comunicazione migliore e consistera' in una borsa di studio di tre giorni per un corso di formazione 'Ecole Internationale de Sclerotherapie' di Parigi, diretta dal presidente Mario Sica". - All'interno del programma c'e' una sessione dedicata alla telemedicina in flebologia. Quanto e' utile in termini pratici, visto anche che la fetta maggiore dei pazienti e' rappresentata da anziani? "E' molto utile, perche' questo tipo di servizio e' rivolto soprattutto a pazienti difficilmente trasportabili o che per comorbidita' difficilmente riescono a raggiungere un ambulatorio. La telemedicina allora fornisce un supporto enorme nel monitorare le lesioni e lo stato di salute degli arti inferiori nel post-acuzie.
- Come avviene? "Consegniamo un kit al paziente che, dotato di smartphone e tramite una telecamera e sensori, e' in collegamento con una centrale operativa che si avvale di una equipe multidisciplinare pronta a valutare lo stato del malato. Qui al Congresso saremo relazionati dal Responsabile del servizio di Telemedicina del San Giovanni, il dottor Michelangelo Bartolo".
(Mco/ Dire)