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Dopo 45 anni la testa dell’idrofora torna a Villa Albani Torlonia

Sottratta nel 1978, è stata poi ritrovata grazie al lavoro investigativo dei Carabinieri

Pubblicato:31-05-2023 19:56
Ultimo aggiornamento:31-05-2023 19:56

idrofora
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ROMA – Dopo 45 anni, la splendida Idrofora ha di nuovo il suo capo. Elegante, candida, classica, la testa è tornata oggi sulla sua scultura custodita da sempre da Villa Albani Torlonia, sublime testimonianza di unità di ragione e natura con i suoi busti, bassorilievi, statue, vasi, colonne e capitelli disposti secondo un preciso progetto d’arredo nei raffinati interni e negli otto ettari di parco. È qui che la notte del 20 novembre del 1978 la testa femminile in marmo fu sottratta insieme ad altre quattro opere. Solo nel 2015 arriva una segnalazione di uno studioso tedesco alla Fondazione Torlonia sulla presenza una testa che faceva parte di una collezione privata di Zurigo e che poteva corrispondere a quella rubata da Villa Albani. I Torlonia si rivolgono ai Carabinieri tutela patrimonio culturale, che fanno scattare le indagini.

“Un risultato straordinario che si materializza dopo 40 anni e ridona bellezza a questa statua meravigliosa- ha detto il generale di brigata Vincenzo Molinese, che oggi ha ufficialmente restituito la testa ai proprietari- I Carabinieri dell’arte non si arrendono e usano nello stile dell’Arma la tradizione e l’esperienza con l’innovazione tecnologica grazie alla banca dati più ricca mondo che riguarda i beni culturali“.

Le ricerche dei Carabinieri hanno permesso di dimostrare che l’opera era stata ereditata in buona fede dalla moglie del collezionista, nel frattempo deceduto. Così, la donna nel 2022 ha riconsegnato la testa alle autorità italiane. La sua veridicità è stata invece appurata dalla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, guidata da Daniela Porro.


“Villa Albani Torlonia è un luogo di straordinaria bellezza realizzato alla metà del Settecento su disegno di Carlo Marchionni. Winkelmann ha curato l’allestimento di questa straordinaria collezione voluta da Alessandro Albani, promotore del movimento neoclassico. L’identificazione della testa con quella sottratta nel 1978- ha spiegato Porro- è dovuta all’esame tecnico e poi dal vivo”.

Restaurata, la statua dell’Idrofora tornerà ora nel suo luogo originario, davanti a una edicola monumentale che adorna il parco di Villa Albani, acquistata nel 1866 dalla famiglia Torlonia. “È la fine di un lunghissimo viaggio- ha detto Alessandro Poma Murialdo, presidente della Fondazione Torlonia- È con soddisfazione e riconoscenza che la Fondazione saluta questo importante ritrovamento da parte dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. La conservazione del patrimonio è infatti il fondamento che orienta tutta la nostra attività. Il ritorno della testa dell’Idrofora acquisisce dunque un valore simbolico rispetto a questo impegno, che trova riscontro anche nei restauri che presentiamo oggi”.

La Fondazione Torlonia, nata per volere del Principe Alessandro Torlonia, porta avanti attività di tutela, restauro e promozione che ha portato non solo all’apertura dei Laboratori Torlonia per lo studio e il restauro degli oltre 600 marmi della sua collezione, ma anche allo sviluppo di un innovativo programma di conservazione della Villa, un vero laboratorio a cielo aperto che promuove la fruibilità di questo patrimonio e la collaborazione con Università e importanti istituzioni attraverso studi, ricerche e borse di studio, nel solco di una tradizione innovativa caratteristica della vita della Villa sin dalla sua fondazione.
La Fondazione Torlonia ha così portato a compimento il restauro dell’affresco Il Parnaso di Anton Raphael Mengs, nel salone principale della Villa, considerato il manifesto pittorico del Neoclassicismo, gli affreschi della Sala degli Arazzi e quello, durato tre anni, delle oltre 100 sculture del Kaffeehaus. Recentemente il team guidato da Annamaria Carruba ha restaurato il complesso scultoreo della Fontana di Nettuno, realizzato grazie al contributo dei Cavalieri del Lavoro, mentre il conservatore di Villa Albani Torlonia, Edoardo Filippo Capasso, ha condotto, grazie a un progetto biennale di supporto dello Studio Chiomenti al programma di conservazione, che ha consentito un estensiva campagna di indagini scientifiche sulle opere, quelli dell’Anfitrite e dell’Atleta di Stephanos allievo di Prassitele sul quale sono state ritrovate importanti tracce di colore. Appena concluso, grazie al contributo della maison Gucci e al lavoro dell’impresa Fratelli Navarra, è anche il restauro del Tempio diruto, una finta rovina realizzata assemblando frammenti antichi, un tipico divertissement che diventerà un modello per le altre grandi ville romane di epoca neoclassica.

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