Roma, preside 'Gullace': Venite, c'e' posto per chi non ha spazio
L'appello ai colleghi degli istituti del quartiere
(DIRE - Notiziario settimanale Scuola) Roma, 2 nov. - "Venite nella mia scuola, c'e' posto". A lanciare questo appello ai colleghi degli istituti comprensivi della zona e' la dirigente del liceo 'Teresa Gullace' di Roma, Alessandra Silvestri. La didattica a distanza, attuata in maniera alternata, ha reso disponibili delle aule. Dei 1300 studenti la meta' 'lavora' da casa: una soluzione che ha portato la preside a pensare che era inutile tenere degli spazi vuoti ma forse sarebbe stato piu' producente metterli a disposizione delle scuole che non li hanno.
L'idea e' stata meditata gia' nello scorso mese di aprile e condivisa con la collega Cinzia Giacomo Bono dell'istituto comprensivo 'Parco degli acquedotti'. A settembre quest'ultima si e' trovata in difficolta': non aveva sufficienti aule per garantire il distanziamento. Un problema che e' stato risolto grazie alla solidarieta' tra scuole. Ad aprire le porte ai ragazzi delle medie ci ha pensato la dirigente Silvestri: "Abbiamo allestito delle classi dipingendole con colori vivaci; abbiamo previsto ingressi diversi dai miei studenti e messo a disposizione dei tavoli di legno nel nostro giardino. E' nata un'esperienza straordinaria ed oggi c'e' persino uno scambio tra i miei docenti e i colleghi della secondaria di primo grado".
Non solo. Alessandra Silvestri ha pensato di mettere a disposizione degli studenti del 'Parco degli acquedotti' anche due collaboratori scolastici che per l'occasione si sono trasformati in 'Coach Covid': "Sono bidelli- spiega la preside- che accolgono i ragazzi e fanno da punto di riferimento per loro". Una soluzione che ora la preside del 'Gullace' vorrebbe estendere ad altri istituti: "Abbiamo altri spazi e siamo disponibili ad ospitare altre scuole", spiega Alessandra Silvestri.
La preside del liceo e' convinta che questa sperimentazione possa essere messa in atto anche in altre citta' italiane e in altre scuole che magari, proprio come lei, hanno delle aule vuote soprattutto ora che si passa alla didattica a distanza: "E' un modo per non sentirmi sola. Finalmente quando entro a scuola non c'e' silenzio ma sento le voci dei ragazzini".
(Red/Dire)
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