L'emergenza coronavirus e la risposta del personale scolastico
Roma, 9 mar. - La scuola non si ferma. Mai. Non si ferma nella quotidianita' e corre veloce in emergenza. Si rimbocca le maniche e dimostra ancora una volta di essere il collante della societa' perche' in mano ha il futuro delle bambine e dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi. Ed e' quell'esercito di docenti, capitanati da dirigenti scolastici con un ruolo sempre piu' forte, che gestisce l'emergenza senza farsi prendere dal panico.
E lo stanno dimostrando in questi giorni, con le aule delle loro scuole vietate agli alunni ma con i portoni aperti per permettere che la macchina organizzativa continui ad avere i motori accesi. Da nord a sud, passando per il centro, gia' prima che arrivasse l'ufficialita' della sospensione delle lezioni, presidi e insegnanti hanno iniziato a pensare alle modalita' alternative per fare scuola.
E' la 'strategia della vicinanza' che sta guidando anche il ministero dell'Istruzione nella gestione dell'emergenza: "È importante sottolineare come questi strumenti informatici, oltre a garantire la didattica- spiega Giovanna Boda, capo dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali- siano fondamentali per una piu' ampia 'strategia di vicinanza' che consenta a studenti e docenti di tenersi in contatto, vedersi, fare compiti, scambiarsi idee ed emozioni. Le comunita' scolastiche devono rimanere unite e continuare a svolgere il loro fondamentale ruolo di punto di riferimento per la societa'".
Nulla puo' sostituire l'incontro, gli sguardi tra i banchi, la 'festa' della ricreazione. Lo ha sottolineato anche la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina sul suo profilo facebook: "Abbiamo lavorato da subito a un'accelerazione del programma di didattica a distanza. In mezzo a tante difficolta' puo' rappresentare una grande opportunita'. È una sperimentazione del presente che potra' lasciarci un patrimonio di esperienze importante per il futuro. Ma la scuola e' molto altro. La scuola e' condivisione, e' stare assieme. La scuola in classe e' insostituibile. E deve tornare presto".
Ma una cosa hanno tutti chiara: gli studenti non possono essere abbandonati. E se c'e' chi gia' da anni ha portato la tecnologia dentro la scuola, se ci sono molti che hanno adottato nuovi modi di fare scuola grazie alle opportunita' offerte dal digitale, e' vero che esistono scuole dove questo non e' avvenuto. Ma e' proprio li' che la comunita' scolastica mostra tutta la sua forza. È in quelle scuole che presidi e docenti stanno mostrando tutta la loro voglia di dare un segnale forte: hanno preso cellulari e computer in mano e stanno facendo prove, studiano soluzioni, fanno tentativi per arrivare ai loro alunni. E dove davvero non riescono a trovare soluzioni e' li' che emerge la vera forza della comunita' scolastica o meglio l'unita' della comunita' scolastica. I colleghi piu' avvezzi arrivano in soccorso, si mettono a disposizione, offrono consigli e supporto reale.
Un'unica comunita' scolastica grande come tutto il Paese che gia' in passato ha dimostrato di saper affrontare emergenze con coraggio e sostegno reciproco. Lo hanno fatto le scuole abruzzesi colpite dal terremoto del 2009 e supportate dalla solidarieta' dei colleghi di tutta Italia. Lo hanno fatto le scuole del centro Italia dopo il sisma del 2016, lo hanno fatto le istituzioni scolastiche delle Cinque terre dopo l'alluvione del 2011, lo stanno facendo le scuole genovesi dopo il crollo del Ponte Morandi. Lo fanno tutti i giorni le scuole delle periferie, dei territori piu' difficili, dove davvero la scuola e' l'unico presidio di liberta' e possibilita' di trovare strade possibili. Li' dove c'e' l'emergenza la scuola risponde forte e coesa, al di la' delle difficolta'. E oggi piu' che mai non servono le polemiche, serve aiuto, supporto e incoraggiamento. Sara' ancora una volta la comunita' scolastica a tenere le porte spalancate ai figli di questo Paese: a dire loro che non saranno lasciati mai soli.
(Red/ Dire)