Fase tre, arriva corso su corretta accoglienza bimbi
È gratuito, rivolto a docenti fino a scuole medie, targato Unipg
(DIRE - Notiziario settimanale Scuola) Roma, 11 mag. - Con il rientro a scuola, nella fase tre, sono tanti gli studenti e gli insegnanti "che si sentiranno smarriti e potrebbe sorgere la tentazione di gettarsi a capofitto sulle attivita' didattiche e curricolari. Farlo, senza offrire spazi di accoglienza e contenimento adeguati, sarebbe un errore psicologico". A dichiararlo e' Michele Capurso, ricercatore in psicologia dello sviluppo e dell'educazione dell'Universita' di Perugia (Unipg), che da oltre un mese ha lanciato e coordina assieme a Claudia Mazzeschi, direttrice del dipartimento di Filosofia, il corso di formazione gratuito per docenti: 'Accogliere i bambini in classe dopo l'emergenza coronavirus'.
Il manuale del corso e' disponibile sul portale formativo ebookscuola.com ed e' rivolto alle scuole dell'infanzia e ai primi anni della scuola media. "Inserito anche all'interno di S.O.F.I.A., il catalogo di formazione insegnanti del ministero dell'Istruzione", con il corso e' possibile accedere a "schede operative, video e materiale didattico". L'idea e' quella di "offrire agli insegnanti delle indicazioni per accogliere a livello psicologico, sociale e relazionale, gli alunni in classe una volta terminata l'emergenza, cosi' da formare i docenti alle tematiche dell'accoglienza, dell'ascolto e il contenimento mentale", spiega alla Dire Capurso.
L'offerta formativa attinge dalla letteratura esistente "sulla rielaborazione dello stress, dei momenti di crisi o di traumi". A partire dalle linee guida "abbiamo individuato alcune aree su cui e' possibile intervenire anche a scuola" come ad esempio, "consentire ai bambini di parlare di quello che e' successo, questa e' la prima cosa". In questo modo gli si comunica "che le cose che ci sono accadute si possono raccontare e se ne puo' parlare", cosicche' ai bambini arrivi il messaggio che "l'insegnante o l'adulto puo' accogliere la sofferenza che c'e' stata nella sua mente, gestirla e, oltre che sopportarla, puo' restituirgliela dotata di senso e di ordine sia cognitivo che emotivo". Poter dire che si "e' avuta paura, si e' sofferto perche' il papa' o la mamma hanno perso il lavoro, e' importante. Sono emozioni raccontabili- ribadisce Capurso- e queste attivita' hanno una tempistica delicata, andrebbero infatti portate avanti subito: nei primi giorni di rientro a scuola".
Soltanto dopo aver messo 'ordine' "si puo' iniziare a pensare al futuro, a pianificare che cosa fare dopo", e alla ripresa delle normali attivita' didattiche. Tra gli strumenti educativi offerti nel manuale, poi, Capurso sottolinea qualche esempio.
"Proponiamo degli spazi di gioco libero anche a scuola, perche' e' giocando liberamente che i bambini- riflette- autogestiscono i propri bisogni emotivi, paure e curiosita'". E ancora, un'altra attivita' e' quella che viene definita dallo studioso come "ricognizione degli spazi: si va insieme ai bambini a riesplorare le aule, il refettorio, i diversi luoghi della scuola, e si ricorda con i ragazzi a cosa serviva ciascuno di quegli spazi". Ai bambini si puo' chiedere anche "di raccontare un esempio divertente, un ricordo piacevole, che ha vissuto li' in passato. In questo modo- continua Capurso- si procede a riconnetterli al luogo, allo spazio, al tempo e agli altri".
Infine, tra gli elementi fondamentali del manuale emerge anche il concetto di 'copying': "La capacita' di fronteggiare le avversita', collegata alla resilienza. Il copying e' la capacita' di tornare a funzionare normalmente dopo traumi o compressioni della propria responsabilita'", spiega. Tra le schede a disposizione "c'e' anche questo tema", perche' il copying "non e' automatico, occorre ripensare e rielaborare quello che e' successo". Si lavora cosi' non tanto "sull'oggettivita' degli eventi- conclude- bensi' su come il singolo bambino li abbia vissuti".
(Red/ Dire)
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