Le riflessioni della classe 3B dell'ic 'Sangallo' di Ostia
(DIRE - Notiziario settimanale Scuola) Roma, 11 mag. - "Mi sarebbe piaciuto vivere le risate che ci saremmo fatti durante il campo scuola, gridare di gioia l'ultimo giorno, divertirmi durante il ballo di fine anno, provare quell'ansia prima degli esami e soprattutto quella sensazione di liberta' e leggerezza non appena terminati. Invece, e' andata diversamente. Ci siamo ritrovati da un giorno all'altro a fare lezione virtualmente, senza sedie, banchi, persone". È la riflessione di Giulia, una ragazza della classe 3B della scuola media 'Sangallo' di Ostia, che come tutti i suoi compagni ha scritto un tema a partire dalla lettura dell'articolo 34 della Costituzione.
La professoressa Michela Muliere li ha infatti spinti ad interrogarsi sul significato profondo del diritto all'istruzione e "sull'importanza della scuola per la crescita personale e per lo sviluppo sociale, soprattutto in questa grave circostanza storica della crisi sanitaria dovuta al covid19".
Ne e' derivata una serie di riflessioni profonde e toccanti, che dimostrano come la crisi che stiamo vivendo abbia permesso ai piu' giovani di interrogarsi su cio' che conta davvero nelle loro vite. "Ma perche' io posso studiare invece di lavorare, sono migliore di altri?- si chiede Chiara- No, siamo solo stati fortunati, tutto qua: potevamo essere nati in una qualsiasi altra parte del mondo e dover lavorare i campi o in fabbrica nella nostra quotidianita', potendo solo sognare di sederci su un banco di scuola. Ed e' proprio per le persone che affrontano questo ogni giorno che dobbiamo capire quanto sia importante cio' che abbiamo e apprezzarlo. Ora, grazie alla situazione attuale, noi studenti abbiamo capito il valore di tutto cio' che abbiamo perso e faremmo di tutto per tornare su quei banchi.
Ridicolo che sia servita una pandemia mondiale, eh? Eppure e' cosi', ma di certo, da ora, non faremo piu' l'errore di dare per scontato cio' che abbiamo e apprezzeremo qualsiasi cosa ci capiti davanti".
La pandemia ha quindi permesso di vederci piu' chiaro, ma ha anche ricordato a tutti quanto sia importante la solidarieta' per superare dei momenti di crisi, come sottolinea Giada: "Secondo me, in questi giorni- scrive- gli studenti si dovrebbero impegnare di piu' ed aiutarsi l'un l'altro, come in una famiglia. Si', una famiglia. Penso che cosi' dovremmo essere tutti in questa tragica e triste crisi sanitaria, che ci ha obbligati a restare a casa e a non avere nessun contatto al di fuori della propria abitazione. In questo periodo sto imparando che non si identifica la scuola solo come una struttura edilizia, in cui convivono dei ragazzi della stessa eta', per studiare ed apprendere i valori della vita, ma che si puo' anche essere un gruppo al di fuori delle mura, anche se non si e' vicini fisicamente".
La maturita' delle riflessioni raccolte ha sorpreso la stessa professoressa Muliere che si e' detta "sinceramente fortunata" di seguire questa classe: "Sono un gruppo di ragazzi e ragazze veramente bravi e maturi- ha ammesso- gia' conoscevo la loro profondita' di analisi, ma sicuramente questa esperienza ha dato loro un'ulteriore sferzata di maturita'. È una classe che e' sempre stata unita, in cui tutti si sono sempre dati una mano. Ed e' un gruppo che ha molto sofferto gia' prima di questa crisi perche', all'inizio dell'anno scolastico, ha perso una compagna. Mi e' particolarmente piaciuto che abbiano pensato alla scuola non come un luogo, ma come una comunita', che non e' un pensiero facile a questa eta'".
(Red/Dire)