Da nord a sud la 'notte prima degli esami' non si dimentica
(DIRE - Notiziario settimanale Scuola) Roma, 22 giu. - "Io mi ricordo, quattro ragazzi con la chitarra eáun pianoforte sulla spalla....". Inizia cosi' la canzone che accompagna dagli Anni 80 tutte le generazioni di maturandi alle prese con l'esame di Stato. 'Notte prima degli esami' di Antonello Venditti e' diventata la colonna sonora da cantare tutti insieme, sui gradini, in piazza, vicini e uniti. Tra la nostalgia di un percorso che si chiude e l'emozione del futuro che apre le porte. E anche 'quelli della maturita' 2020', gli studenti che si apprestano ad affrontare l'esame finale di un anno diverso, unico nel suo genere, cambiato nella forma e nella sostanza, in si sono preparati alla notte prima degli esami.
Tornzno nelle loro scuole dopo averle lasciate tra fine febbraio e inizio marzo, senza sapere che non ci sarebbero piu' entrati. L'emergenza sanitaria ha impedito ai maturandi di vivere gli ultimi mesi della loro vita insieme, gomito a gomito, seduti ai banchi delle loro classi. Aule che negli anni sono state una seconda casa, a volte amata altre odiata, ma pur sempre un luogo dove ritrovarsi. E lo hanno capito quando la scuola e' entrata nelle loro camere, nei loro saloni, nelle loro cucine. Lontani ma vicini grazie agli schermi di pc, tablet e smartphone hanno atteso con ansia le indicazioni per questo nuovo esame di maturita' ormai alle porte. E cosi' hanno deciso di non rinunciare a vivere la loro notte prima degli esami, cantando e suonando la famosa canzone di Antonello Venditti.
Alessandro, Nicolo', Gennaro, Lorenzo, Lucia, Luca, Matteo, Federica, Aurora, Najwa, Annarita, Francesca, Paola, Caterina, Costanza, Roberta, Jacopo, Sebastiano, Simone, Gabriele. Sono i nomi dei 20 maturandi che da Reggio Calabria, Vasto, Sulmona, Torino, Busto Arsizio e Catania hanno risposto all'appello di diregiovani.it per augurare a tutti gli studenti di affrontare con coraggio e impegno questa ultima prova. Perche' nonostante tutto sono tanti gli "amici intorno" e anche se si sentono "forse cambiati, certo un po' diversi", di una cosa sono certi: "questa notte e' ancora nostra".
(Red/ Dire)