Pescara, ragazzi 'Virgilio' a lezione contro cyberbullismo
Incontro con la polizia postale, la vicepreside: dare loro consapevolezza
Roma, 17 feb. - 'Parole piuma' e 'parole sasso' nella quotidianita' e nel web. E' su questo che la scuola media 'Virgilio' di Pescara ha lavorato per insegnare ai ragazzi "il peso della parola", chiudendo questa prima fase del progetto con il Safer International Day 2020 che oggi, cosi' come nella scuola Tinozzi e nelle scuole medie di tutta la regione e complessivamente 100 capoluoghi di provincia italiani, si e' concluso con l'incontro tra gli studenti e la Polizia postale che, in Abruzzo, ha rilevato dati allarmanti sul fenomeno del cyberbullismo. Nel 2019, infatti sono stati 116 i minorenni vittime di ingiurie, minacce e molestie, 114 di diffamazione online, 18 di stalking, 19 di estorsioni e 19 di ricatti sessuali. Le tipologie piu' diffuse di cyberbullismo, piaga che complessivamente ha interessato 460 minori, di cui 52 addirittura in eta' inferiore a 9 anni.
Parole piuma e parole sasso, ha spiegato all'agenzia Dire la vicepreside Antonella Trisi, che sono state protagoniste di un vero e proprio flash mob tra i ragazzi. Ma quali sono le parole che stentano a pronunciare? Quelle che contrastano con i dilaganti fenomeni di violenza verbale perpetrata soprattutto tramite la rete? "Ti voglio bene, scusa, ci sono, eccomi, non e' successo niente. Le parole non tanto come amore, pace e solidarieta'- spiega Trisi- ma delle frasi che diano il senso l'accoglienza dell'altro. Essere assertivi invece di essere oppositivi davanti ad un compagno che esprime un'opinione diversa dalla tua. Imparare a gestire questa diversita' perche' la diversita' di opinione spesso a questa eta' genera piccoli conflitti. Se non li sanno gestire si prendono subito a parolacce. Imparare a gestire una corretta relazione- aggiunge- lo si puo' fare solo se si usano bene le parole".
Di qui il progetto avviato mesi fa e culminato con l'incontro di oggi e che ha attraversato anche temi complessi come quello della Shoah e l'uso 'sbagliato' della parole divenute espressione delle leggi razziali, ma anche formazione per i docenti per imparare a relazionarsi con questi nuovi linguaggi. E che i ragazzi usino parole violente, le cosiddette parole sasso tra loro purtroppo, spiega, accade.
"Non c'e' la volonta' reale di ferire perche' non sanno valutare- sottolinea Trisi- Quindi il percorso didattico che noi realizziamo e' volto a portarli alla consapevolezza di un uso corretto delle parole. ragazzi vengono portati a mettersi nei panni dell'altro. Abbiamo una rete di psicologhe come punto d'ascolto sia per i ragazzi che per i genitori. I ragazzi devono imparare questo- aggiunge- Imparare che il linguaggio superficiale puo' far tanto male al di la' delle proprie intenzioni". A promuovere il progetto ministeriale nella scuola sono state, insieme alla preside e la vicepreside, le docenti Carmela Gentile e Fausta Di Nicola.
(Red/ Dire)
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