Roma, 25 mar. - Era il 1998 quando Snake, il gioco del serpente che si aggirava in una stanza allungandosi e cercando di mordersi la coda, fece il suo ingresso su tutti i telefonini Nokia. Da quel momento non ci fu attesa dal medico o in posta che vedesse qualcuno annoiarsi.
Da Snake, tanti altri giochini spartani hanno raggiunto telefonini e games fino ad arrivare al giorno d'oggi. E la noia che fine ha fatto? Sara' forse diventata un privilegio? L'INDAGINE Perche' i giovani non si annoiano come una volta? Senza arrivare a exempla di ennui elitaria e vagamente tredy, basti pensare che tutti i cybernauti sono ormai cosi' "iperstimolati da miliardi di notifiche e giochini" che la noia viene sostituita da uno pseudo benessere dato dal digitale e dai social.
Parla chiaro una ricerca condotta da Skuola.net, Universita' di Roma Sapienza e Universita' Cattolica di Milano per conto della Polizia di Stato: su circa 6671 intervistati tra gli 11 e i 25 anni, ben il 45% ha confermato di passare su internet almeno 5/6 ore al giorno, sia durante la settimana che nei week-end.
DIGITAL DETOX Una possibile soluzione? Bisogna imparare a usare e gestire la rete, nei modi e nei tempi corretti.
Per cercare di riscoprire la grandiosita' del tedio dell'era pre-internet, lo scrittore Manoush Zomorodi ha elaborato un programma di "digital detox", sintetizzato in questi sei punti: - Osservare se' stessi - Tenere i dispositivi fuori dalla portata quando si cammina - Passare un giorno intero senza scattare foto - Cancellare l'app che usiamo di piu' - Impostare la risposta "Mi faro' vivo con comodo" al risponditore automatico - Osservare cio' che si ha attorno Se Giacomo Leopardi affermava che "il dolore che nasce dalla noia e dal sentimento della vanita' delle cose e' piu' tollerabile assai che la noia stessa" e Sandra Mondaini, paradossalmente, diceva al suo Raimondo "che noia, che barba, che noia", per Giuliano Aluffi, scrittore e giornalista di laRepubblica, la noia e' "un dono prezioso da non lasciarsi fuggire"! di Paolo Ferrara - Liceo Palumbo di Brindisi (Red/ Dire)