Bologna, scienza ma anche musica: ecco liceo Confindustria
Per 24 alunni parte steam, diploma in 4 anni su modello cambridge
Roma, 17 giu. - Quattro anni per arrivare al diploma, meta' delle materie in inglese (alla fine si esce con la certificazione A-Level Cambridge international), ma anche arte, filosofia e musica accanto a robotica, scienze e tecnologica. Per 34 ore complessive alla settimana, suddivise in giornate da sette ore (tranne il venerdi') e un totale di 1.224 ore di scuola all'anno, scandite in tre trimestri. Confindustria Emilia presenta il 'suo' liceo delle scienze applicate, il Liceo Steam international (dove 'Steam' sta per "Science technology engineering arts e mathematics") che parte a Bologna a settembre con una prima classe di 24 studenti, gia' sold out: si tratta di una scuola paritaria, riconosciuta dal ministero dell'Istruzione come sperimentale, con sede in via Cartoleria (in spazi attigui a quelli del liceo artistico Arcangeli).
L'associazione di via San Domenico e' socia al 90%, mentre il 10% di questa nuova 'impresa' formativa fa capo al Centro Veronesi, che lo scorso anno ha avviato un'analoga esperienza a Rovereto. Trattandosi di una scuola privata, la frequenza prevede una retta: 6.000 euro all'anno, ma gia' previste sei borse di studio per studenti meritevoli, cinque delle quali finanziate dalla Fondazione Carisbo che copriranno l'intero corso di studi (per 120.000 complessivi, 30.000 all'anno) e la sesta dalla Fondazione Edison (che, per ora, copre i primi due anni). In cattedra, con un incarico annuale, sette professori (tutti con l'abilitazione, assicura la preside Elena Trainotti) con alle spalle esperienze professionali all'estero.
"Abbiamo selezionato profili flessibili, perche' in questo tipo di scuola la flessibilita' e' fondamentale, visto che l'organizzazione delle lezioni e' diversa da quella della scuola tradizionale. Il docente non e' responsabile solo dell'insegnamento della propria materia, ma deve essere disponibile a lavorare in team", spiega Trainotti. La scuola (che inizia il 2 settembre e termina il 18 giugno, con un calendario piu' o meno sovrapponibile a quello degli altri licei statali) e' organizzata in trimestri: al termine di ciascuno, i ragazzi devono affrontare un project-work, in cui mettere in pratica le conoscenze acquisite nei tre mesi precedenti in sfide lanciate da soggetti esterni all'istituto, che possono essere aziende, istituti di ricerca o universita'. Dal lunedi' al giovedi' si sta in classe dalle 8.15 alle 15.20, il venerdi' l'uscita e' alle 12.40.
Il piano di studi prevede 13 ore di scienze (biologia, chimica, fisica) e tecnologie (design, robotica, ict), dalle quattro alle cinque ore di matematica, un pacchetto complessivo di sei ore di 'arte e scienze umane', ritenute altrettanto importanti per lo sviluppo del pensiero creativo (storia, storia dell'arte, sociologia, filosofia), e 12 ore (che diventano 10 nel secondo biennio) per l'area denominata 'language and performances' (italiano, inglese, musica-teatro, media digitali, sport). L'orario, pero', non e' rigido, ma modulabile a seconda delle attivita' da svolgere. Va da se' che l'alternanza scuola-lavoro e' uno dei cardini del progetto.
Insomma, dopo aver insistito sulla necessita' di promuovere la cultura tecnica e lanciato l'idea di uscire dal recinto dell'istruzione professionale, spesso scartata da parte delle famiglie, Confindustria ha fatto la sua mossa, peraltro investendo nel progetto tra i 350.000 e i 500.000 euro. "Si puo' perdere tempo per criticare, ma c'e' anche il momento in cui bisogna costruire. Le materie tecniche sono importanti, ma anche il modo in cui ci si relaziona. Partiamo da Bologna, ma non ci fermeremo a questo territorio. Oggi piantiamo un seme e speriamo che questa esperienza faccia da modello per altre iniziative", afferma il presidente di Confindustria Emilia, Valter Caiumi.
"Questa iniziativa non e' contro altre iniziative o altre scuole esistenti. Serve una varieta' di percorsi e questa e' una proposta di cui si sentiva il bisogno, anche per la dicotomia esistente tra domanda e offerta", assicura l'ex presidente di Confindustria Emilia, Alberto Vacchi.
(Red/ Dire)
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