Intervento di prevenzione e contrasto alla poverta' educativa con Sant'Egidio
Roma, 3 giu. - Rimettere al centro la scuola e gli abitanti della periferia, a partire dai bambini. E' questo l'obiettivo di 'Give teens a chance. La scuola al centro della periferia', il progetto educativo che interessera' il quartiere CEP della citta' di Genova, ideato dall'istituto comprensivo 'Voltri 2' e dalla comunita' di Sant'Egidio, con la partecipazione dell'ufficio scolastico ligure e di un vasto numero di partner genovesi tra parrocchie, scuole, istituzioni culturali.
Avviato grazie al sostegno economico dell'impresa sociale 'Con i Bambini' che lo ha selezionato nell'ambito del fondo per il contrasto della poverta' educativa minorile, il progetto e' stato presentato ieri a Pra' di fronte alle principali autorita' cittadine, tra cui l'assessore comunale alle Pari Opportunita' Arianna Viscogliosi e il presidente del tribunale per i Minorenni di Genova Luca Villa, il quale ha affermato: "Bisogna investire di piu' in progetti come questo, per prevenire, educare, sostenere gli adolescenti di periferia, perche' una societa' sana punta a non togliere i bambini alle famiglie, ma ad aiutarle".
"Il Cep e' il quartiere piu' in sofferenza della citta'- ha spiegato Sergio Casali membro di Sant'Egidio e responsabile operativo del progetto- dove negli anni sono state indirizzate tutte le situazioni di disagio. Quella che incontriamo oggi e' la terza generazione di ragazzi nati qui e su di loro, e di conseguenza sulla scuola che e' l'istituzione piu' presente e riconosciuta nel quartiere, si riversano tutte le contraddizioni di questa parte di citta'".
Secondo i dati forniti dalla comunita' Sant'Egidio, il Cep e' un quartiere che non ha una piazza, in cui gli spazi pubblici di socializzazione per i bambini giacciono abbandonati ed inservibili, dove il reddito imponibile medio e' il piu' basso della citta' (16.446 euro) e il tasso di disoccupazione il piu' alto (20%). Il tasso di scolarizzazione e' del 31,5% - il piu' basso a Genova e piu' di due volte e mezzo inferiore a quello dei quartieri 'bene' - solo il 5,3% degli abitanti ha una laurea o diploma universitario, contro il 18,5% di media genovese.
"Per questo- ha proseguito Casali- abbiamo elaborato un modello di intervento pubblico-privato nuovo, un modello di fare scuola che non ripeta un modulo standardizzato, ma sappia rispondere alle domande nuove che si alzano da questi contesti con proposte nuove, che superino l'inerzia dell'idea che abbiamo sempre fatto cosi' o del vittimismo per cui mancano le risorse".
(Red/ Dire)