Il protagonista dell'arresto di Riina in istituto a Monterotondo
Roma, 3 giu. - Sergio De Caprio, meglio noto come Capitano Ultimo, graduato dell'Arma dei Carabinieri cui si deve l'arresto di Toto' Riina, e' intervenuto ai microfoni della trasmissione 'L'Italia s'e' desta' condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell'Universita' Niccolo' Cusano.
Sull'evento 'Lottare e' sognare' nei locali dell'Ic Giovagnoli di Monterotondo, durante cui i giovani avranno l'opportunita' di ascoltare la testimonianza del Capitano Ultimo. "Lottare e' sognare- ha affermato De Caprio- allo stesso modo sognare e' lottare. In ogni lotta c'e' un sogno, c'e' il dono di quelli che credono, che hanno un aspettativa, che vogliono un mondo fatto sull'uguaglianza e la fratellanza e soffrono ogni volta che non ci riescono, ma continuano a sognare. Considero i ragazzi la massima autorita' a cui devo dare conto della mia vita, del mio lavoro, perche' rappresentano la bellezza, la rabbia, la dolcezza, la voglia e la paura di crescere, la voglia di guardarsi attorno e cogliere le contraddizioni, sono la bandiera che si oppone a un mondo fatto di diseguaglianze. La legalita' appartiene a un popolo fatto di comunita' e la comunita' prima di tutto sono le famiglie e la scuola, l'universita' e' l'avanguardia di un mondo in cui la comunita' si appropria della sicurezza. L'autodeterminazione e' una cosa preziosa di cui dobbiamo avere consapevolezza in tutti gli aspetti della vita sociale, l'autodeterminazione e' l'unica liberta' possibile, l'unica forma di consapevolezza su cui ci si puo' unire.
Percorrere sulla sicurezza percorsi di autodeterminazione condivisi con famiglia e scuola e' l'unica legalita' possibile".
Italiani e legalita'. "Sono un carabiniere. Quando vedo che c'e' qualcosa che non va devo trovare le prove per dimostrarlo e portare chi fa i reati davanti a un giudice. Io non giudico il popolo italiano, lo amo per quello che e'".
Sui processi subiti. "Le polemiche non fanno parte di me, non mi interessano. Tutti hanno il diritto di giudicarmi, di disprezzarmi, di deridermi. Io non ho nessun diritto, sono un combattente, ho dato tutto quello che potevo al mio popolo e adesso non mi interessano le polemiche. Ho subito anche dei processi, sono stato assolto, non devo dire piu' niente. Ferite? Chi non ha una casa ha delle grandi ferite, chi non ha da lavarsi con l'acqua ha grandi ferite molto piu' gravi delle mie. Io sono un combattente, cercavo la battaglia e l'ho fatta, ho le ferite perche' ho combattuto, se non le avessi avute vuol dire che avrei giocato anziche' combattere".
Sulla serie tv 'Ultimo'. "Mi e' piaciuta perche' Raoul Bova ha fatto capire come ci rapportavamo all'interno di un gruppo, senza falsita' e senza propaganda". Sulle serie tv accusate di eroicizzare i criminali. "Io vivo in un altro modo. Chi si dona per gli altri e' un eroe, chi sfrutta gli altri e' un criminale".
(Red/ Dire)