Roma, 14 gen. - Dal 19 novembre al 22 dicembre 2018 noi studenti della 1Q, insieme ai compagni di altre classi del liceo classico G.B Vico di Napoli, sulla piattaforma Betwyll insieme alla community di ben 250 lettori, tra cui studenti e docenti di tutta l'Italia, abbiamo letto e commentato il libro "Mandami tanta vita" di Paolo Di Paolo in base a un calendario condiviso e che prevedeva la lettura di un capitolo ogni due giorni.
Ciascun lettore ha proposto il proprio commento in forma di twyll di max. 140 caratteri, fino a scriverne in totale 4199.
L'app di Betwyll ci ha permesso non solo di leggere, commentare e riscrivere digitalmente ma anche di rispondere al singolo twyll scritto da altri, di interagire con tutti o di taggare uno specifico altro lettore digitando "@" seguito dallo username dell'utente, secondo il sistema che viene normalmente adoperato nell'utilizzo dei social.
E cosi' tutta la community ha letto giorno dopo giorno la storia di due giovani, Moraldo e Piero Gobetti. Entrambi vivono a Torino ed entrambi hanno la stessa passione per il giornalismo, l'unica differenza sta nei loro caratteri: il primo, ha poca stima di se' stesso, e' pessimista ed e' insicuro, il secondo e' gia' realizzato, nonostante la sua giovane eta', e' determinato e sicuro di se'.
Vivono negli anni in cui in Italia regna il fascismo e non c'e' diritto di parola ne' liberta' di dissenso: in questo contesto politico e sociale Piero, convinto antifascista, dopo aver denunciato il regime e aver subito brutali aggressioni fisiche, si vede costretto a lasciare la sua amata Ada e il figlioletto neonato, per rifugiarsi a Parigi.
Ed e' proprio a Parigi che le vite dei due protagonisti, che fino ad allora non si erano incontrati pur vivendo nella stessa citta', si intrecciano.
Moraldo sta li' per una ragazza, Carlotta: una ragazza conosciuta per caso, a seguito di uno scambio di bagagli. Moraldo e' sempre stato sfortunato in amore: infatti dopo essere andato a Parigi per Carlotta, scopre che lei non ricambia i suoi sentimenti.
Affranto ed amareggiato, si incammina per le strade di Parigi, sedendosi poi su di una panchina, e' qui che incontra Piero.
Nonostante l'incontro i due non hanno un vero e proprio dialogo, come Moraldo vorrebbe: la scoperta, pochi giorni dopo, della morte di Piero Gobetti che "ha stipato dentro ventiquattro anni cio' che altri non riescono a compiere in una vita lunga il triplo" rende Moraldo consapevole che "una parte di noi [e' scomparsa] con lui" La narrazione scorrevole e coinvolgente della storia di questi due giovani uomini ci ha fatto capire lo scenario politico e sociale dell'eta' del trentennio fascista e come agiva un regime dittatoriale contro chi manifestava il proprio dissenso e quali misure repressive adoperava contro chi non fosse fascista: un'eta' dura segnata dalla violenza e dall'oppressione dei fascisti, che in parte obbligavano con la forza e in parte riuscivano a convincere le persone ad aderire al partito fascista, facendo leva sul desiderio di potere o sui loro bisogni o anche promettendo la soluzione ai loro problemi, una vita migliore e senza poverta'.
Il libro e' stato molto coinvolgente in quanto la storia narrata ci e' apparsa realistica e concreta non solo in rapporto alla vicenda storica di Piero Gobetti, ma anche perche' sarebbe potuto succedere a chiunque in quel periodo storico, non tanto distante da noi, di essere un "Moraldo" e di vivere le sue esperienze: attraverso queste pagine e' stato interessante scoprire di piu' sulla storia del nostro paese, comprendere com'era nel secolo scorso e approfondire la conoscenza di una realta' politica e sociale che noi, nuova generazione, facciamo fatica ad immaginare.
E soprattutto abbiamo conosciuto Piero Gobetti, "quell'uomo giovane e stanco, con i suoi occhiali tondi, quell'uomo ha stipato all'interno di ventiquattro anni cio' che gli altri non riescono a compiere in una vita lunga il triplo", un uomo di grande stazza, coraggioso e soprattutto "pieno di se'", consapevole del suo spessore culturale e umano, nonche' filosofico e politico . Per amore di liberta' e giustizia, ha lasciato la sua amata Ada, con il figlioletto nato da appena un mese. Al fine di proseguire, da uomo libero, la sua attivita' editoriale e giornalistica, dovette scappare da Torino, per sfuggire alle persecuzioni dello squadrismo terroristico e a tutte le violenze e le odiose prevaricazioni del governo fascista.
Questa lettura e' stata molto piu' interessante grazie al metodo Twletteratura: condividere sia la lettura in base a un calendario condiviso in community, sia i commenti in contemporanea con altri lettori di ogni parte d'Italia, sia le nostre opinioni e le nostre riflessioni in twyll di 140 caratteri, dibattendo con altri utenti sulla piattaforma Betwyll, e' risultato dapprima cosa nuova e insolita, ma poi si e' rivelata uno stimolo che ci ha spinto ad utilizzare il metodo del social reading in modo "digitalmente" creativo e collaborativo e davvero sta facendo di noi una community di lettori di "lettori responsabili". a cura di Marina Cimmino, Flavia Crisci, Elisabetta Rossi, Raffaella Vela - 1Q(uadriennale) classico Cambridge 2.0 G.B.
Vico - Napoli (Red/ Dire)