Roma, 18 feb. - La societa' odierna e' profondamente condizionata dalla realta' multimediale. Smartphone, internet, social network, app sono diventati una vera e propria dipendenza per le nostre menti,una sorta di mondo parallelo troppo difficile da abbandonare.
La nostra vita pubblica e privata e' costantemente sottoposta a questa realta',che mette sempre piu' ai margini i rapporti umani: tradizioni,sentimenti,emozioni tendono a svanire e la realta' che ci circonda tende a trasformarsi nella fredda ombra di noi stessi. Circa il 40% della popolazione mondiale possiede oggi una connessione internet e oltre 21 milioni di utenti quotidianamente vi accede tramite smartphone, valori fuori da ogni schema che portano a un totale di 4 milioni di individui anno su anno. Le percentuali sono piu' elevate nelle persone di eta' compresa tra i 13 ed i 22 anni, da qui si puo' notare di come la dipendenza da social avvenga soprattutto in eta' adolescenziale, dove i giovani sono prevalentemente attratti dai continui aggiornamenti tecnologici soprattutto degli smartphone, strumento di ottima qualita' ma con riscontri anomali rintracciabili nello sviluppo di vere e proprie patologie. L'uso del cellulare avviene principalmente per affrontare le insicurezze nella comunicazione con il prossimo, ma a cio' seguono eventi psicologici negativi a partire dall'immediata conseguenza dell'isolamento; si tende in tal caso ad evitare i rapporti con le persone piu' vicine per dedicarsi a conversazioni in chat, mantenere aggiornati i propri profili delle influenti piattaforme Instagram o Facebook o semplicemente limitarsi a giochi interattivi.
Gli adolescenti sono cosi' sorpresi da continui sbalzi di umore, ansie frequenti, disturbi del sonno, dell'alimentazione e di continue situazioni conflittuali con i familiari.
Il mondo e' ormai estremamente vincolato dal fenomeno della "cocaina digitale" e risulta ormai quasi impossibile opporci all'evoluzione tecnologica. L'unico modo per affrontarlo parte dal dare maggiore evidenza alla gravita' della situazione e aprire gli occhi in particolar modo al pubblico giovanile fornendo un'adeguata "educazione ai media".
Di Pietro - 3°B Liceo Boggio Lera di Catania (Red/ Dire)