Roma, 29 ott. - "Siamo tutti antifascisti", hanno gridato in coro i ragazzi che da martedi' pomeriggio hanno occupato il liceo classico Mamiani di Roma per rivolgere "un appello allo Stato, ai cittadini e a noi studenti che da anni chiediamo un cambiamento nella politica italiana", come si legge nel comunicato che hanno diffuso. Il dirigente scolastico Tiziana Sallusti, assieme al corpo docente e agli altri ragazzi, mercoledi' mattina ha presidiato il cancello di ingresso e, attraverso le grate, ha provato a parlare con i suoi studenti: "Siamo d'accordo con i principi che sostengono i ragazzi- ha commentato- ma non con il metodo: la scuola e' di tutti, anche dei ragazzi che vogliono entrare e dei docenti che vogliono lavorare. Vogliamo fare lezione perche' e' con la cultura che vogliamo cambiare il Paese".
Ma gli studenti del collettivo autorganizzato non hanno voluto sentire ragioni. Per loro questa e' l'unica iniziativa possibile, l'unica in grado di attirare l'attenzione mediatica: "L'autogestione dello scorso anno e' stata solo didattica alternativa istituzionale- hanno raccontato- Questa e' l'unica protesta che ci consente di far sentire la nostra voce".
Intanto fuori dalla scuola i ragazzi erano in attesa di capire cosa fare. C'era chi sarebbe voluto entrare per partecipare all'occupazione perche' "i cortei si sono sempre fatti e non hanno portato a niente", e chi e' era in disaccordo con il gesto dei compagni: "È una protesta obsoleta- il commento di Gabriele, che avrebbe dovuto presentare il programma della sua lista studentesca- come me anche gli altri candidati non avranno la possibilita' di esprimere democraticamente le proprie idee, questo va contro gli ideali di cui loro parlano".
La preside, amareggiata, ha cercato di far ragionare i ragazzi, molti dei quali all'ultimo anno di studi. "Sono tutti bravi studenti, molto talentuosi, ma purtroppo saro' costretta a prendere provvedimenti disciplinari".
Aperto il cancello, un fiume di studenti e' entrato nel cortile. "Sono tanti- ha detto un ragazzo rimasto fuori-ma sono tutti piccoli, non sanno neanche cosa stanno facendo".
La decisione di occupare, infatti, e' stata presa da un gruppo di 70 studenti, assieme ai collettivi delle altre scuole superiori di Roma. "Hanno agito nell'ombra- ha aggiunto un docente- se avessero avuto tutti dalla loro parte perche' hanno aspettato che la scuola fosse vuota? Hanno preso una decisione che ricade su mille studenti". Ma oltre i cancelli i ragazzi rispondono che "i cambiamenti non sono sempre democratici, e se avessimo aspettato la massa non ci sarebbe stata neanche l'Unita' d'Italia".
Alla fine, in 300 sono entrati e fuori, i dissidenti, rimasti delusi commentano: "Andassero a Palazzo Chigi, qui non ha senso protestare, e' un gesto che penalizza tutti e non produce nessun cambiamento". Mentre una docente ha ironizzato: "Non sanno neanche dov'e' l'Umbria, figuriamoci se sono consapevoli di quello che stanno dicendo".
(Red/ Dire)