Roma, 22 ott. - Anche a Genova, la scuola fa notizia! Ad un mese dall'inizio del nuovo anno scolastico, sono gia' piu' di 100 i ragazzi e le ragazze delle scuole genovesi che stanno attivamente partecipando alle attivita' di formazione al giornalismo della Diregiovani, nell'ambito del progetto 'Genova, un ponte per il futuro'. Ed e' un continuo crescendo! Da Cornigliano a Campomorone, dalle alture di Oregina a Bolzaneto, stiamo attraversando la citta' per confrontarci con gli studenti sull'informazione oggi: come funziona il giornalismo, qual e' il loro rapporto con i media, come si informano e se lo fanno, come fronteggiare il pericolo fake news e come imparare a riconoscerlo. Quotidiani, periodici, riviste di settore, il cartaceo e il digitale, fatto, verita', l'online e l'edicola, i social media: sono tutte parole che appartengono al vocabolario dei ragazzi di oggi, alcune sepolte altre piu' in superficie, ma comunque tutte presenti nelle loro menti. A partire da queste parole, commentate e talvolta riscoperte, tutti gli studenti possono essere sollecitati e spronati a rendersi conto di avere una voce e un ruolo nel racconto della citta', della loro scuola, del loro quartiere.
E cosi', tra momenti di dialogo e momenti di formazione teorica sulle tecniche giornalistiche, emergono spontaneamente i loro interessi quotidiani: lo sport, la musica, la lettura, la scrittura, il disegno, la fotografia. Ma anche interessi che derivano da progetti scolastici precedenti: il bullismo, il razzismo, la mafia e le storie delle vittime innocenti. E poi il Ponte Morandi: com'e' cambiata la vita nel quartiere dopo quel 14 agosto, si sono chieste alcune ragazze? Come i giornalisti raccontano questo evento? In quanti modi possibili, ci siamo chiesti in classe? Perche' il fatto e' sempre quello ma i punti di vista, le tecniche di racconto, le storie possono essere molteplici. Sta al buon giornalista scovarli, hanno concluso.
Ogni scuola diventa cosi' un mondo da scoprire, uno scrigno di esperienze, una comunita' con tante storie. Parlano anche i muri, quando studenti e docenti gli danno la parola. E ogni studente puo' mettersi in discussione, sperimentare, dare forma alle proprie passioni e alle proprie domande, e perche' no, chissa': scoprire un mestiere. Ognuno puo', ognuno sa: basta dargli lo spazio.
(Red/ Dire)