Il fratello Giovanni: A 40 anni da sua uccisione passo testimone a meglio gioventu'
Roma, 14 mag. - Memoria, impegno e diritti negati, Cinisi ricorda Peppino Impastato a 40 anni dalla sua uccisione. Sono centinaia i giovani da tutta Italia, che hanno partecipato al quarantesimo anniversario dell'uccisione mafiosa di Peppino Impastato. C'e' chi a Cinisi e' venuto con la scuola, c'e' chi in modo autonomo, per poche ore o per rimanere qualche giorno, ma tutti con l'unico scopo di ricordare il giornalista ed attivista Peppino Impastato ucciso dalla mafia quarant'anni fa.
"Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato", in occasione della morte di Peppino, avvenuta il 9 maggio 1978, ha organizzato un presidio nel casolare in cui il giovane militante di Democrazia proletaria e fondatore di Radio Aut fu stordito per poi venire ammazzato sui binari della ferrovia, a pochi metri di distanza.
"Sono ragazzi arrivati a Cinisi da tutta Italia- spiega Giovanni Impastato, fratello di Peppino- e nel 40esimo anniversario dell'uccisione di mio fratello, vogliamo passare il testimone alla 'meglio gioventu'', trasmettendo un messaggio che non e' solo politico o di impegno sociale, ma educativo. Noi abbiamo il dovere di raccontare queste storie. Mia madre diceva di tenere la porta di casa sempre aperta ai giovani perche' possano conoscere la storia di Peppino".
Nel cuore del centro storico di Cinisi, gli studenti si sono riversati davanti a quella che fu la casa della famiglia Impastato ed oggi sede dell'associazione "Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato".
A portare i saluti da parte della Federazione dell'Ordine dei giornalisti, Giuseppe Giulietti, presidente della FNSI, sindacato unitario dei giornalisti italiani: "Sono qui per non dimenticare quei cronisti come Peppino Impastato, molti dei quali precari, che raccontano la mafia e la camorra e che per questo, ancora oggi, sono a rischio in vaste zone del Paese. Oggi non e' un giorno di commemorazione, ma e' il futuro che noi dobbiamo ricordare perche' Peppino Impastato ha lasciato un'eredita' ai ragazzi che hanno preso in mano la bandiera della legalita'".
Nel pomeriggio, dalla sede di Radio Aut, a Terrasini, e' partito un corteo giunto a "Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato" per gli interventi conclusivi ed un collegamento con i genitori di Giulio Regeni e l'avvocato Alessandra Ballerini.
Entusiasmo e coinvolgimento hanno scandito la giornata del 9 maggio con una folla di studenti radunata intorno al casolare di contrada Feudo, a Cinisi, per ricordare Peppino Impastato nei luoghi in cui fu assassinato dalla mafia 40 anni fa.
I ragazzi sono arrivati da ogni parte della penisola, dalla Toscana, dal Lazio, dalla Liguria, Lombardia, Campania, Puglia ed in prevalenza da diverse citta' della Sicilia, tutti uniti per partecipare al presidio e per ascoltare dalla viva voce di Giovanni Impastato e dei compagni di Peppino, chi era il giovane militante che, con sferzante ironia, denunciava e lottava contro Cosa Nostra.
Il casolare si trova su una piccola striscia di terreno delimitata dall'aeroporto Punta Raisi e dai binari della ferrovia, dove il 9 maggio 1978 fu rinvenuto il corpo senza vita del giornalista siciliano. E' qui che e' avvenuta la premiazione dei vincitori del bando indetto per le scuole "Azioniamo la memoria. Quarant'anni senza Peppino Impastato" con la partecipazione di 65 scuole provenienti da tutto il territorio nazionale.
Vincitori per la sezione video inchiesta con uno storytelling dedicato ai diritti umani, anche i ragazzi del Liceo Scientifico Statale "Galileo Galilei" di Catania, accompagnati dalla professoressa e referente per la Legalita', Mariangela Testa.
"Siamo qui con una delegazione di 50 studenti- ha spiegato la professoressa Testa- per continuare un percorso di conoscenza sulla storia di Peppino Impastato. Un percorso che ha coinvolto anche le classi di I anno dal mese di aprile, con la visita di Giovanni Impastato alla nostra scuola. I ragazzi hanno necessita' di sentirsi genuini e di vivere con gioia la lotta per una societa' migliore".
Numerosi gli striscioni scritti dai partecipanti provenienti dal mondo delle scuole e delle associazioni: "Fuori la Mafia dallo Stato! Fuori lo Stato dalla Mafia!" e' la scritta dell'Osservatorio antimafie di Monza e Brianza "Peppino Impastato", "Con le idee e il coraggio di Peppino noi continuiamo", e' lo slogan di una delle tante scuole partecipanti, "La mafia uccide, il silenzio pure", e' lo storico striscione realizzato 40 anni fa dai compagni di Peppino, che e' stato portato lungo il corteo da Terrasini a Cinisi.
Tra gli amici di Peppino Impastato, l'artista Giacomo Randazzo che ha accolto i visitatori nei locali attigui a casa Memoria. "Sono stato socio del Circolo Musica e Cultura fondato da Peppino nel 1976. "Peppino- racconta- era molto piu' preparato di noi e noi lo seguivamo. A Cinisi, svolgevamo attivita' culturali con cineforum, mostre d'arte, spettacoli musicali, teatrali, ed eravamo impegnati nella denuncia degli atti mafiosi, responsabili di scempio e sfacelo sul nostro territorio".
Tra convegni, dibattiti, libri, musica, mostre fotografiche, il programma di eventi in memoria del 40esimo anniversario della morte di Peppino Impastato, iniziato il primo maggio, si e' concluso il 10 maggio con la manifestazione "in vespa contro la mafia". Il corteo e' partito da Casa Memoria ed e' giunto a Portella della Ginestra, per ricordare l'eccidio di 12 lavoratori avvenuto il primo maggio del 1947 per mano della banda di Salvatore Giuliano.
(Red/ Dire)