Genitori ed esperti intervengono dopo le ultime aggressioni
Roma, 18 giu. - "Sempre di piu' le persone credono di farsi giustizia da soli, addirittura nell'ambito scolastico". E' il commento di Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta e direttore dell'Istituto di ortofonolgia di Roma in merito agli ultimi casi di violenza verso gli insegnanti. A Roma, lo scorso 13 giugno, il padre di un alunno bocciato ha aggredito Umberto Gelvi, professore di disegno, intervenuto in difesa di Claudio Dore', preside dell'Istituto tecnico Vittorio-Lattanzio. Questo atteggiamento- spiega Bianchi- e' dovuto anche "al valore sempre piu' basso che viene attributo al al lavoro dei docenti e al loro giudizio rispetto al profitto scolastico". "Quello che conta- prosegue- e' solo il giudizio dei genitori ma tutto cio' porta a un grave disagio e ad una realta' penosa e squallida". Si tratta di un problema "sparso in tutta Italia, purtroppo estremamente diffuso, che vede i ragazzi che picchiano i ragazzi, i ragazzi picchiano i docenti e i genitori picchiano i docenti", una situazione- conclude lo psicoterapeuta- "che fa pensare piu' che ad una scuola ad un palazzetto dello sport".
"Questi episodi testimoniano il fatto che stiamo andando incontro a un problema sociale". E' il commento di Rosaria D'Anna, presidente dell'Age, l'Associazione genitori italiani.
"Ci colpisce la risposta aggressiva e auspichiamo che questi episodi non si verifichino piu'- aggiunge Rosaria D'Anna- Noi stiamo spingendo affinche' si ritorni al coinvolgimento con i genitori e perche' si riprenda il patto con i professori per un'educazione completa dei ragazzi".
Pur condannando l'episodio, la presidente dell'Age ritiene che siano "casi singoli da non enfatizzare", e aggiunge che "stiamo riscontrando delle procedure confusionarie rispetto alla comunicazione della bocciatura. Ci e' stato segnalato che si sono ritrovati ragazzini bocciati senza preavviso- commenta- mentre l'evidenza negativa di un voto o una bocciatura dovrebbe essere preventivamente avvisata, anche se l'aggressione non va bene e va sempre condannata nelle modalita'".
Rosaria D'Anna sottolinea anche il danno educativo che subiscono i ragazzi: "Non e' cosi' che si collabora e non e' cosi' che le famiglie danno un esempio ai propri figli, che dovrebbero crescere nell'educazione al rispetto. L'istituzione e' la seconda 'agenzia' educativa, quindi noi stigmatizziamo questi episodi che non devono essere ne' emulati ne' enfatizzati".
"Grave non e' solamente l'aggressivita' che si scatena contro il personale della scuola, ma anche il pessimo esempio che alcuni genitori irresponsabili offrono ai loro figli smentendo il messaggio educativo che la scuola ogni giorno si sforza di proporre con impegno e fatica". Aggiunge Mario Rusconi, presidente dell'Anp Lazio (Associazione nazionale presidi. Un caso quello verificatosi nell'istituto romano che, per Rusconi, "ripropone la necessita' di interventi sempre piu' decisi da parte delle autorita' giudiziarie che sanzionino questi comportamenti violenti e intollerabili in una societa' civile".
Per Rusconi, "gli attacchi ormai sempre piu' frequenti a presidi e insegnanti impongono una seria riflessione collettiva e non soltanto del mondo della scuola, sulla solitudine in cui sempre piu' spesso viene lasciato chi opera nella scuola che rimane un presidio educativo con l'obbligo di formare e istruire".
(Red/ Dire)