Il ministro e alcuni presidi intervengono dopo le ultime aggressioni
Roma, 18 giu. - "Siamo veramente indignati. Ognuno di noi ha registrato un episodio di violenza nel proprio istituto ma questo ha toccato veramente il fondo". La preside dell'Istituto Valente di Roma, Rosamaria Lauricella, non usa mezzi termini nel commentare l'episodio di violenza ai danni di un giovane docente avvenuto a Roma lo scorso 13 giugno.
"Conosco personalmente il collega e gli abbiamo mostrato tutta la nostra solidarieta'- continua la dirigente scolastica- per rispondere concretamente a questi episodi abbiamo deciso di dedicare il primo giorno del prossimo anno scolastico ad un incontro sul rapporto scuola famiglia, perche' non si puo' iniziare un anno scolastico se non ci sono i presupposti fondamentali".
Il caso e' scoppiato nell'Istituto tecnico Vittorio-Lattanzio di Roma, quando il dirigente scolastico Claudio Dore' e' stato aggredito dai genitori di uno studente dopo la comunicazione della bocciatura del ragazzo. Intervenuto per proteggere il preside, Umberto Gelvi, 23 anni e alla sua prima esperienza come insegnante, ha subito l'aggressione dei due genitori subendo un trauma cranico e un tentativo di strangolamento.
"Noi idealizziamo i nostri figli e non accettiamo i loro insuccessi- commenta Rosamaria Lauricelli- Oggi i genitori davanti ad un errore dei ragazzi non mettono in discussione il loro operato perche' e' piu' facile accanirsi contro l'autorita'".
Poi il racconto di un altro episodio increscioso avvenuto nel proprio istituto a pochi giorni dalla chiusura delle scuole, quando un ragazzo e' stato sospeso per aver istigato un compagno disabile a dare un pugno ad un'altra ragazza. "Abbiamo convocato il padre del ragazzo per venire a firmare la sospensione del figlio- aggiunge la preside del Valente- ma si e' rifiutato di firmare minacciando di chiamare un avvocato. Questo e' un altro caso di genitori che vedono la scuola come un'autorita' da abbattere: stiamo affrontando un momento veramente difficile".
Le fa eco Caterina Fantauzzi, dirigente scolastica del liceo Ovidio di Sulmona, per la quale "la scuola e la famiglia devono essere alleate e i messaggi educativi devono essere univoci, altrimenti non possiamo pensare ad una funzione educativa per i giovani. Se la famiglia si scaglia contro la scuola il patto viene meno e l'azione educativa diventa inefficace".
D'altronde l'effetto sorpresa cui potrebbero appellarsi i genitori, oggi non sussiste, dal momento che, oltre ai canonici incontri tra scuole e famiglie, e' possibile monitorare l'andamento didattico dei figlio grazie al registro elettronico, come spiega la dirigente Fantauzzi: "Si puo' discutere sulle modalita' di recupero attivate, ma e' ingiusto sperare nel miracolo e dare per scontata la promozione. Inoltre- prosegue- se la scuola chiama a colloquio il genitore vuol dire che c'e' attenzione nella comunicazione alla famiglia". Ma la professoressa Fantauzzi assicura: "Non possiamo dire che tutti i genitori sono violenti, ma capita che i genitori reagiscano in maniera violenta assumendo spesso il ruolo di sindacalisti dei propri figli".
"Le aggressioni nei confronti dei docenti, del personale della scuola tutto, sono atti da condannare sempre duramente. Non posso che essere vicino a chi le riceve. Credo sia un'esperienza devastante. Per chi la subisce e per chi assiste a questi atti che avvengono all'interno di un luogo che e' di formazione ed educazione". Ha invece dichiarato il ministro dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca, Marco Bussetti.
"Davanti a tutto questo vogliamo reagire e lavorare per ricreare un clima di serenita', per mettere la scuola in condizione di concentrarsi maggiormente sulla gestione del rapporto con le famiglie, di adottare metodi di recupero. E possiamo farlo solo migliorando l'educazione civica e restituendo tempo e spazio al mondo della scuola affinche' possa perseguire il suo obiettivo principale: il successo formativo", aggiunge.
(Red/Dire)