Roma, studenti 'Socrate': Braccio teso liberta' espressione? Preside chiarisca
Saluto fascista durante foto gruppo: 'No sanzioni, solo presa posizione'
Roma, 11 giu. - "Come studentesse e studenti del liceo Socrate di Roma ci troviamo, ancora una volta, costretti ad interrogarci e a prendere posizione su quanto dichiarato nei giorni scorsi dalla nostra Preside, Milena Nari. E' stata infatti resa pubblica una sua lettera del 4 giugno nella quale, a seguito del saluto fascista fatto da dieci ragazzi in una foto di classe, ha definito il loro gesto un atto goliardico, chiarendo come il gesto fosse stato fatto con 'intento giocoso'. Scrive poi di aver contattato un non meglio specificato ufficio ispettivo, e di aver ricevuto da tale ufficio un estratto di una sentenza della Corte di Cassazione che inquadra il saluto fascista, se commemorativo e non violento, come liberta' d'espressione e di manifestazione costituzionalmente garantita. In quanto i ragazzi si trovavano 'in posa' per la foto di classe, ed erano 'sorridenti', e in base all'ambiente e al momento 'non avevano intenzione di ricostituire un'organizzazione fascista', la dirigente conclude scrivendo che non sussistono i presupposti per convocare un consiglio di classe straordinario". Cosi' in una nota Le Studentesse e gli Studenti antifascisti del Liceo Statale Socrate di Roma.
"A fronte di questa lettera- proseguono gli studenti- siamo da giorni preoccupati ed attoniti. Piu' che la rabbia e l'indignazione, gia' protagoniste delle nostre proteste passate contro l'operato della Dirigente, le sole cose che ci prendono il cuore in queste ore sono lo sgomento e la paura: il 4 giugno 2018 un Pubblico Ufficiale, rappresentante delle Istituzioni, coordinatore delle attivita' educative di una Scuola pubblica, ha permesso che si facesse il saluto fascista in una foto di classe perche' in posa e sorridenti e perche' liberta' costituzionale d'espressione e manifestazione. E' successo davvero, e ci mette paura. Il Socrate e' un liceo di Garbatella, quartiere cuore della Resistenza romana, a pochi passi da Porta San Paolo e dalle Fosse Ardeatine; il primo fu il teatro della battaglia per la difesa di Roma del 1943, il secondo fu il luogo dell'eccidio di 335 persone nel 1944 per ordine dei nazisti che occupavano la citta'. Gli anticorpi antifascisti della Scuola e del territorio di cui siamo figli sono forti, radicati ed inamovibili: una Preside che legittima un saluto romano dentro una Scuola orgogliosamente antifascista ci offende come giovani cittadini della Repubblica, ci fa inorridire come studenti democratici, ci fa vergognare come parte del Socrate".
E ancora, "Siamo stati tacciati di essere antidemocratici e anticostituzionali: ma e' giusto parlare di liberta' di espressione verso certe idee, come il fascismo, che aborriscono la liberta' stessa? Poco ci importa di una sentenza: la Scuola non e' un tribunale, ma il luogo che la Costituzione ha designato come libero ambiente di formazione, laboratorio di dignita' sociale e di uguaglianza senza distinzione alcuna: il preside non e' un giudice, che stabilisce se il fatto costituisce o no un reato, ma e' un educatore, un formatore, e un rappresentante dell'Istituzione repubblicana e democratica nata dalla Resistenza. Con il presente comunicato non vogliamo assolutamente colpevolizzare ne' invitare a sanzionare i ragazzi che hanno esibito il saluto romano nella brutta foto incriminata. Sono ragazzi, studenti come noi, giovani con cui condividiamo ogni giorno i corridoi della nostra scuola, che conosciamo e con cui ci siamo confrontati sul gesto ignobile e pericoloso da loro commesso: siamo sicuri che i ragazzi in questione non volessero in alcun modo esaltare il regime fascista o ricostituirne il partito. Ma quello che noi, studenti liceali, riteniamo un gesto deplorevole fatto con leggerezza e senza cognizione di causa, viene giustificato da un pubblico ufficiale su carta intestata con l'emblema della Repubblica, 'liberalizzandolo' all'interno di un luogo pubblico di formazione".
"Se non chiediamo troppo- concludono i ragazzi- se non ci stiamo illudendo di vivere in uno Stato i cui rappresentanti nelle istituzioni pubbliche condannino il fascismo, confidiamo fermamente che la nostra Preside, chiarisca al piu' presto la sua posizione. Non basta parlare con i ragazzi interessati de 'l'inopportunita' del fatto', come dice nella sua lettera: e' a noi che deve rivolgersi, e alle nostre famiglie, e alla cittadinanza tutta, e rassicurarci scrivendo che l'antifascismo non e' un valore in discussione a Scuola, scrivendo che non esistono spazi d'espressione a Scuola per chi vuole toglierli agli altri. Non vogliamo sanzioni o provvedimenti contro i ragazzi: vogliamo una presa di posizione forte, netta, chiara, pubblica, che ci renda di nuovo fieri di essere Studenti, che non ci lasci soli nella nostra pratica quotidiana dei democrazia, e che questa difenda con forza e convinzione.
(DIRE) Roma, 6 giu. - Con questo comunicato chiediamo supporto dalla cittadinanza, chiediamo visibilita' agli organi d'informazione, chiediamo l'intervento del ministero, degli uffici scolastici e degli assessorati all'istruzione del Lazio e di Roma, e invitiamo chi di competenza a farsi vettore di questa istanza. Noi non vogliamo formarci sotto gli ordini di una preside che permette manifestazioni fasciste dentro la nostra scuola, perche' riteniamo con profonda convinzione che chi non rifiuti del tutto il fascismo non rispetti e non onori la Costituzione e la Repubblica e non possa e non debba ricoprire cariche di pubblica responsabilita'. Vogliamo come Preside un degno rappresentante della Repubblica Italiana, qualcuno che rispetti e onori i valori di quello Stato al quale noi, con il nostro studio e con la nostra partecipazione politica del presente, vogliamo contribuire per il futuro".
(Red/ Dire)
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