Incontro con Esquivel e Ikeda: uniti nella diversita' per cambiare
Roma, 11 giu. - "I giovani non sono il futuro, i giovani sono il presente. Se siamo in grado di generare una speranza nei giovani, allora c'e' una possibilita' di cambiamento e puo' esserci un futuro migliore". Le parole del premio Nobel per la Pace, Adolfo Pe'rez Esquivel, illuminano la sala conferenze della sede della stampa estera in Italia, dove e' stato presentato 'L'Appello per i giovani del mondo alla Resilienza e alla Speranza'. Un messaggio scritto a quattro mani dal pensatore argentino e da Daisaku Ikeda, leader buddista mondiale e presidente della Soka Gakkai Internazionale che con Esquivel ha gia' scritto il libro 'La forza della speranza'.
I due leader pacifisti si sono rivolti ai giovani affinche' si uniscano per affrontare le importanti sfide dell'umanita' e diventino costruttori della storia del nuovo millennio. "Il dialogo che stiamo realizzando oggi verra' ricordato perche' ha l'obiettivo di infondere fiducia nelle giovani generazioni- spiega Hiromasa Ikeda, che ha preso parte alla conferenza a nome del padre Daisaku- Ma a questo appello devono fare seguito le azioni dei giovani che devono agire concretamente".
Non e' semplice il compito affidato alle giovani generazioni, che oggi ereditano un Terra afflitta dai cambiamenti climatici, dal pericolo del nucleare, dalle guerre di religione e dal dramma dei migranti. "Ma se i ragazzi si uniscono e lottano per un mondo migliore l'impossibile diventa possibile anche in un mondo cosi' angosciante- aggiunge Esquivel- Questa utopia e' possibile se assumiamo l'impegno di unirci nella diversita', non dobbiamo uniformarci ma dobbiamo unirci". E Roma, scelta come cornice in cui presentare il messaggio, diventa il simbolo della citta' aperta, la citta' culla del mondo occidentale in cui passare il testimone. Un testimone che, simbolicamente, viene condiviso da Jacopo e Paloma, due giovani studenti che hanno raccolto il messaggio di pace impegnandosi, a nome delle nuove generazioni, ad attuare il cambiamento auspicato.
"Bisogna lavorare- si raccomanda nell'appello- per sostenere l'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite che punta a "trasformare il nostro mondo. Per cooperare all'obiettivo di sradicare la poverta' dal nostro pianeta, dobbiamo superare le differenze tra paesi, etnie, religioni e culture". È necessario implementare "una coscienza collettiva a partire dalla memoria della storia universale per far si' che non si ripetano le stesse tragedie", facendo "comprendere che la Terra e' la nostra Casa Comune, e nessuno deve essere escluso da essa a causa delle proprie differenze", incoraggiando "un indirizzo umano della politica e dell'economia e coltivare la saggezza per giungere a un futuro sostenibile".
Ancora. "Noi siamo convinti- scrivono i due leader- che la speranza e la volonta' di costruire una nuova alba per l'umanita' e per tutti gli esseri viventi della nostra Casa Comune, del nostro Pianeta Terra, non verranno mai meno. Noi due abbiamo vissuto le tempeste delle guerre e le violenze del XX secolo.
Sentiamo quindi il bisogno di avvicinarci ai giovani del XXI secolo per affidargli il compito di tenere in alto la fiaccola dell'amicizia, di sostenere con coraggio l'unita' nella differenza e incoraggiare la solidarieta' tra i popoli".
(Red/ Dire)