Roma, 30 apr. - A Giulio Regeni.
Cara liberta', Sto pensando a te ora, mentre guardo le guardie che mi stanno aspettando.
Ultimamente ti ho pensata: quando mi hanno presa con la forza dalla mia casa, quando hanno minacciato la mia famiglia per spingermi ad abbandonare la battaglia contro l'ingiustizia.
Ho pensato a te quando mi hanno torturata, schiaffeggiata, sbeffeggiata e derisa per farmi cedere; quando mi hanno chiusa in una cella infestata da topi e dal tanfo di morte.
Ho sentito sulla pelle quanto fossi lontana da me nel momento in cui mi hanno legata mani e piedi al muro ed io non, potevo che urlare inutilmente a squarciagola ma nessuno si sarebbe accorto di me perche' le grida dei prigionieri rimbombavano nel carcere in unico immenso e corale dolore.
Penso a te, oh mia cara, carissima liberta', non mi riconosco, non sono piu' nemmeno l'ombra di quella che che ero.
Sento che la morte si avvicina, non ho piu' la forza di urlare, di gemere, di combattere perche' il mio corpo e' stato fiaccato dalle violenze, e' tumefatto ma il mio spirito e' vivo: non cede. A tenerlo vivo e' la convinzione che il mio sacrificio servira' a far vincere la liberta' sul sopruso, sull'ingiustizia ed io, sono orgogliosa di essere stata contributo al tuo trionfo, o mia desiderata Liberta'. E cosi', saro' giustiziata per averti amata e cercata, per aver insegnato a molti, con gli atti e le parole, che la dignita' umana e' garantita solo se tu vivi tra noi. Ed e' per questo che noi dobbiamo custodirti, proteggerti e difenderti da chiunque voglia, in tuo nome, impedire che si alzi la voce di tutti quelli che cercano la Verita' per affermare la Giustizia. Muoio prigioniera ma libera nel cuore e nella mente.
Di Tatiana Zuccarini IV Inf. B I.I.S. "Luigi di Savoia" di Chieti (Red/ Dire)