(DIRE - Notiziario settimanale Scuola) Roma, 18 sett. - L'utilizzo dello smartphone in classe e' una scelta a favore della didattica. Ci tiene la Ministra dell'istruzione Valeria Fedeli, a ribadire - durante l'intervista radiofonica di questa mattina a RTL - che la proposta e' pensata a sostegno delle attivita' scolastiche.
"Innanuzittuto non e' una novita', a luglio abbiamo fatto il punto, un confronto nazionale con tanti esperti, con la 107 abbiamo introdotto l'agenda digitale perche' la digitalizzazione e' l'innovazione trasversale a cui noi non possiamo rinunciare come scuola", spiega Fedeli.
"Lo smartphone come tutti gli altri strumenti - specifica - e' uno strumento della tecnologia" la cosa importante "e' rendere consapevoli i ragazzi di cosa significa stare in rete, di cosa cambia con questa digitalizzazione". "Ci sono gia' delle esperienze dentro la scuola" ma "non ci sono regole e indicazioni nazionali - aggiunge - c'e' una circolare del 2007, giustamente sanzionatoria, del minsitro Fioroni quando allora smartphone significava distrazione, uso individuale; non e' questa l'intenzione, e' esattamente l'opposto".
"Servirebbe una nuova regolamentazione anche comprensiva degli smartphone che sono una parte della possibilita' di utilizzo didattico, oltre che di istruzione all'uso, tra i docenti e i ragazzi. Questo mi sembra l'elemento fondamentale".
Fedeli ribadisce che al di la' delle indicazioni nazionali che verranno realizzate resta "ferma l'autonomia della scuola e la liberta' nell'insegnamento del singolo insegnante" ma non si puo' "ignorare cio' che i ragazzi utilizzano" e "insegnare loro come si risale alle fonti autorevoli di cio' che trovano in rete" altrimenti "non svolgiamo al meglio la nostra funzione in una scuola moderna che guarda al futuro". "Quello che vogliamo anche insegnare - conclude la ministra - e' che non bisogna fermarsi alla prima informazione in rete ma dobbiamo risalire alle fonti, alla verita', all'autorevolezza, alla certificazione delle informazioni perche' ormai il digitale non solo ha cambiato il modo di consumare e produrre l'informazione ma anche gli aspetti cognitivi".
(Red/ Dire)