(DIRE - Notiziario settimanale Scuola) Bologna, 27 nov. - Cultura tecnica. 'Roba da maschi', si direbbe. E, in effetti, guardando le classi degli istituti tecnici dell'area metropolitana di Bologna, dove spesso c'e' una prevalenza di ragazzi, il luogo comune pare trovare conferma. Eppure, nella scuola bolognese la 'guerra dei sessi' si chiude con un armistizio.
Lo dimostra il Festival della cultura tecnica, che torna a sfidare gli studenti sulle differenze di genere, su stereotipi e luoghi comuni che fanno fatica a scomparire, anche tra le giovani generazioni. Soprattutto se ragazzi e ragazze hanno poche occasioni per lavorare insieme e confrontarsi. Lo hanno scoperto gli studenti della quinta F dell'Iis Majorana di San Lazzaro proponendo ai loro compagni di scuola un questionario anonimo, suddiviso per argomenti (cinque: politica, lavoro, relazioni familiari, sfera sessuale e donne al volante) con domande che diventavano via via piu' specifiche e toccavano argomenti anche delicati.
Ebbene, la ricerca evidenzia come nelle classi degli indirizzi tecnici, dove c'e' una prevalenza di maschi, si crei una sorta di 'effetto caserma' e i pregiudizi siano piu' diffusi (e' cosi' per il 25,9% dei ragazzi), mentre nelle classi del Liceo delle scienze umane, dove maschi e femmine sono presenti in maniera piu' o meno pari, non ce n'e' quasi traccia.
Quello che colpisce, e' che quando si va ad indagare la sfera sessuale con una domanda sulla gravita' della violenza, spesso sia i ragazzi che le ragazze rispondono che la vittima "a volte se l'e' cercata". Quello degli studenti del Majorana e' solo uno degli 11 progetti realizzati lo scorso anno dalle scuole bolognesi e presentati oggi al Mast in occasione di "Un anno dopoà Sono (ancora) cose da maschi?". Ogni classe e ogni scuola ha proposto un'idea diversa per sconfiggere gli stereotipi.
Ci sono le ragazze dell'Istituto di istruzione superiore Caduti della Direttissima di Castiglione dei Peopoli che hanno aperto un blog (sono in 12 a gestirlo) dove si parla di luoghi comuni, differenze di genere, anche di bullismo. E ci sono gli studenti del Cefal di Bologna che hanno prodotto un video 'a parti invertite', dove le ragazze stanno al tornio e i loro compagni di classe fanno la manicure, a dimostrazione che "tutti possono fare tutto".
Alcune scuole hanno cercato, invece, di coinvolgere gli alunni delle medie, come l'Istituto Aldini-Valeriani dove i ragazzi della seconda A hanno fatto da tutor alle studentesse delle Fioravanti-Testoni in un laboratorio di torneria per dimostrare che la formazione tecnica non e' solo 'roba da maschi'. Al Malpighi di Crevalcore ci sono stati anche momenti di scontro tra 'maschi' e 'femmine' nell'avvio del progetto, perche' non e' stato facile superare i rispettivi pregiudizi, tanto che gli studenti sono stati affiancati da due psicologhe del servizio Giovani del consultorio. In alcuni casi, sono state le aziende ad affiancare i ragazzi della costruzione dei progetti. Come la Nobili di Molinella, dove i lavoratori si sono concessi alle interviste degli studenti sui luoghi comuni in fabbrica.
All'Istituto Montessori-da Vinci di Porretta, nel Comune di Alto Reno Terme, le classi si sono interrogate su come le differenze di genere e gli stereotipi influenzino la scelta delle facolta', hanno parlato con i dipendenti della Metalcastello, ma anche approfondito una storia di violenza e riscatto come quella della pittrice romana del '600, Artemisia Gentileschi. Un'altra storia, quella di Franca Viola, la prima donna in Italia ad essersi opposta negli anni '60 al matrimonio riparatore, e' al centro del video degli elettrotecnici dell'Iis Bruno di Budrio.
(Red/ Dire)