(DIRE - Notiziario settimanale Scuola) Roma, 26 giu. - Un appuntamento "che si ripete puntualmente ogni anno e che vede un dispiegamento di mezzi e di persone davvero impressionante e imponente". Cosi' e' stato definito dal ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli il Simposio internazionale dei docenti universitari che si e' svolto all'Universita' pontificia lateranenese. "Un collegamento piu' efficiente ed efficace fra il sistema accademico e le diversi parti sociali ed economiche- ha aggiunto il ministro durante il suo intervento- rappresenta oggi una necessita' fondamentale in tutta Europa, al fine di evitare ogni possibile rischio di isolamento del settore accademico dalle reali esigenze del mondo". "Gli atenei europei- ha aggiunto Fedeli- oggi in crisi per gli effetti di una globalizzazione della conoscenza, legata a una facilitazione introdotta dagli odierni mezzi di comunicazione, dovranno far fronte a diverse sfide. A partire da una fase evolutiva sostanziale, che dipendera' molto dalle nostre capacita' di indirizzo e di guida, e dal problema dell'invecchiamento della societa' che contribuisce alla diminuzione sostanziale di una turnazione generazionale in Europa e alla conseguente riduzione della necessita' di avere un'ampia offerta formativa accademica".
A tale proposito, spiega il ministro, "il tema dei migranti e dei rifugiati, affrontato in prima istanza come emergenza umanitaria e di aiuto per popolazioni che cercano una vita migliore, rappresenta un'occasione utile al fine di rivitalizzare l'Europa e lo spazio europeo dell'istruzione superiore". Per quel che riguarda il ranking internazionale, Fedeli ha ricordato come, "La maggior parte delle Universita' continentali si vedono oggi superare all'interno dei ranking internazionali da istituzioni che negli ultimi 20 anni hanno sostanzialmente investito nella produzione tecnologico-industriale e commerciale. Sintomo di qualcosa che sta inesorabilmente cambiando ma non necessariamente in meglio. Voglio dirlo con chiarezza. Le classifiche in tutto il mondo sembrano premiare per lo piu' un approccio elitario ed eccessivamente competitivo nel campo della conoscenza, mentre nella tradizione dell'Europa continentale la formazione superiore ha sempre rappresentato una possibilita' di formazione aperta a qualsiasi livello e ceto sociale, con un approccio che potremmo ben definire democratico. Per molti, dunque, non per pochi".
(Red/ Dire)