Domenicali: Ateneo invece paga una distanza fotonica dalla realta'
(DIRE-Notiziario settimanale Scuola) Roma, 21 nov. - All'alba del 2017 e' ancora duro a morire lo stereotipo dell'istituto tecnico come meta prediletta degli studenti non proprio brillanti.
Un'etichetta che quel tipo di scuola "deve scrollarsi di dosso" se si vuole davvero rilanciare la cultura tecnica, vitale in un territorio come Bologna e l'Emilia-Romagna. Il monito e' di Claudio Domenicali, ad di Ducati Motor, che ha partecipato alla presentazione del nuovo progetto di Unindustria appunto per valorizzare l'insegnamento tecnico. Il numero uno della casa di Borgo Panigale ne ha anche per l'Universita'. "Ho studiato alle Aldini- racconta- ero appassionato di meccanica e di motori.
Ingegneria non era nei miei piani, sono stato convinto da un mio professore. All'Universita' pero' non ho mai piu' trovato lo stesso ambiente dell'istituto tecnico. All'Universita' invece c'e' una distanza fotonica dalla realta'".
Domenicali ricorda le attivita' in laboratorio all'Itis fra torni, frese e provette. "La fisicita' dell'apprendimento mi ha tanto tantissimo- sottolinea- dopo, gli ingegneri che venivano dal liceo me li mangiavo a colazione". Eppure, ricorda l'ad Ducati, "quando decisi di andare alle Aldini, mia madre non mi parlo' per un mese: era furente". Uno stereotipo che non e' mai scomparso. "Ancora oggi chi fa piu' fatica viene mandato all'istituto tecnico- scuote la testa Domenicali- invece, se uno e' bravo ed e' portato, l'Itis da' un percorso migliore delle altre scuole". Si tratta dunque di un'etichetta che l'istituto tecnico "deve scrollarsi di dosso- afferma Domenicali- ma dobbiamo fare in modo che l'Itis diventi una scuola seria, dove se sei somaro ti bocciano".
La stessa critica arriva anche da Roberta Fantinato, preside dell'Itis Belluzzi di Bologna. "Si tende ancora a orientare verso i tecnici non chi ha una vocazione, ma gli studenti un po' cosi'- segnala Fantinato- quelli piu' bravini vengono mandati al liceo. Invece bisogna capire che l'istituto tecnico ha una sua solidita' culturale". Tra l'altro, ci tiene a sottolineare la preside, "il tasso di dispersione scolastica al biennio e' molto alto perche' i ragazzi vorrebbero fare subito attivita' di laboratorio, ma si fermano perche' il biennio e' molto culturale. Non si aspettano a una scuola cosi' complessa".
Vincere questo stereotipo "e' difficile- ammette Fantinato- serve un cambiamento culturale rispetto all'idea gentiliana che i bravi vanno al liceo, quelli cosi' cosi' al tecnico e gli altri al professionale". La preside e' invece piu' cauta sul pensiero finale di Domenicali. "Nei migliori sistemi scolastici del mondo la bocciatura non e' prevista- afferma Fantinato- siamo sicuri che la scuola buona e' quella che boccia? Io non lo so, non ho la risposta. Pensiamoci".
(Wel/ Dire)