(DIRE-Notiziario settimanale Scuola) Roma, 7 nov. - Il 65,1% delle scuole italiane e' stato costruito prima dell'entrata in vigore della normativa antisismica del 1974 e il 90,4% prima della legge in materia di efficienza energetica (1991). Il 40% si trova in aree a rischio sismico e il 3% in aree a rischio idrogeologico. Sono solo alcuni dei dati diffusi a Roma durante la presentazione del XVII Rapporto Ecosistema Scuola, l'indagine annuale di Legambiente sulla qualita' dell'edilizia scolastica e dei servizi della scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado.
Sul fronte della sicurezza antisimica cresce la percentuale media degli edifici che hanno effettuato verifiche di vulnerabilita' sismica, dal 25% dello scorso anno al 31%. Rimane bassa, pero', la media nazionale degli edifici antisismici, meno del 13%. Ancora forti le differenze tra Nord e Sud, i capoluoghi di provincia del sud dichiarano di avere 3 scuole su 4 in aree a rischio sismico e una necessita' di interventi di manutenzioni urgenti che e' del 58,4%, quasi venti punti percentuali in piu' della media nazionale. Nella manutenzione straordinaria, al nord sono stati investiti 62.807 euro ad edificio, cifre in media 5 volte maggiori delle altre aree del Paese.
Rispetto ai programmi di finanziamento degli interventi sul patrimonio edilizio scolastico, l'analisi di Legambiente evidenzia come 'Scuole sicure' abbia concluso il 60% degli interventi finanziati, mentre il Fondo protezione civile, destinato all'adeguamento antisismico, vede solo un 35% di interventi finalizzati. Per le misure ancora in corso si riscontrano delle difficolta' per Mutui Bei, indagini diagnostiche e Fondo Kyoto, i cui bandi sono stati soggetti a proroghe per la difficolta' degli enti proprietari degli edifici a candidarsi con progetti di riqualificazione. A parte i fisiologici tempi di realizzazione dei lavori, denuncia Legambiente, c'e' una diffusa difficolta' da parte degli Enti Locali nel partecipare ai bandi e nella capacita' di progettare e realizzare. Il 71% (19.724) degli interventi avviati e' stato di tipo non strutturale e su 5.861 edifici, il 39,4% necessita di interventi di manutenzione urgenti. Solo il 15,3% delle scuole ha effettuato indagini diagnostiche dei solai mentre il 5,3% ha effettuato interventi di messa in sicurezza. Per quanto riguarda la presenza di reti cablate, il 39,6% dispone di reti wi-fi, mentre solo l'8,6% di rete completamente cablata - dato nuovo dell'indagine. Solo una scuola su due ha i certificati di collaudo statico e di idoneita' statica, mentre le certificazioni di agibilita', mancano al 40% delle scuole (nelle Isole all'80%) e quelle di prevenzione degli incendi a circa il 58% (nelle isole al 73%). Le scuole costruite secondo i criteri della bioedilizia non arrivano all'1% rispetto al campione d'indagine.
Per il XVII Rapporto Ecosistema Scuola, le scuole che utilizzano fonti di energia rinnovabile sono il 16,6% con il Sud che presenta risultati migliori rispetto al Nord e di quasi cinque punti percentuali superiori rispetto alla media nazionale. La Puglia e' la regione che utilizza piu' rinnovabili nelle scuole (66,7%), seguita da Veneto (34,2%), Abruzzo (31,4%), Trentino (30,4%) e Emilia Romagna (30%). Maglia nera per il Molise e la Val d'Aosta, dove in nessuna scuola di Aosta e Campobasso si utilizzano le fonti rinnovabili. Dati positivi arrivano dalla raccolta differenziata: nelle scuole si differenziano soprattutto carta (82,8%), plastica (78,5%), vetro (70,5%) e alluminio (60,6%). In aumento anche la raccolta delle pile che passa dal 55% del 2014 al 58,3% del 2015 e del toner che tocca il 62,5%.
(Wel/ Dire)