(DIRE-Notiziario settimanale Scuola) Roma, 30 mag. - "La legge delega sulle Disposizioni urgenti in materia di sistema scolastico e della ricerca, pone alla nostra attenzione tre temi concreti: la necessita' di offrire ai bambini scuole belle, in cui l'armonia degli spazi possa riflettere anche l'equilibrio delle emozioni e degli stati d'animo; la necessita' di garantire un personale che svolga il suo lavoro con il giusto livello di competenza, ma anche con tutta la soddisfazione di chi si sente pienamente apprezzato nel sistema sociale, e infine il diritto dei bambini da zero a sei anni ad avere a disposizione tutte le stimolazioni necessarie a sviluppare le loro capacita' stando a contatto con coetanei di altri paesi, che parlano altre lingue. Un'esperienza straordinaria, che trasforma il problema della scuola in straordinaria opportunita' di crescita e di sviluppo per tutti: genitori, docenti e studenti". Lo afferma l'onorevole Paola Binetti di Area popolare.
"Piu' debole- prosegue- appare la legge delega se si prende in considerazione la seconda parte delle disposizioni urgenti: quelle che riguardano la ricerca. A parte il dottorato internazionale legato al Gran Sasso, le altre misure riguardano il diritto degli specializzandi non medici ad avere una borsa di studio e il diritto degli studente a non considerare come reddito tassabile le loro borse di studio. Misure importanti sul piano economico degli aventi diritti, ma non ancora orientate a rilanciare quella grande operazione culturale a cui tutti aspiriamo: la creazione di una autostrada del sapere, che sfidi le false teorie, i pregiudizi scientifici, il conformismo intellettuale che scaturisce da un diffusa coazione a ripetere studi di altri, senza cimentarsi con i rischi di chi vuole davvero percorrere strade nuove per cercare soluzioni nuove a problemi vecchi, o cosa ancor piu' difficile, mettere a fuoco nuovi problemi, per i quali cercare nuove soluzioni. In altri termini, mentre l'attenzione alla scuola dell'obbligo e' alta e riguarda a 360 gradi tutte le persone che compongono quell'universo, perde progressivamente di intensita' mano a mano che ci si accosta agli studi universitari, che si nutrono dell'attivita' di ricerca dei loro docenti. Trattandosi di legge delega, c'e' solo da auspicare che nei prossimi decreti attuativi, indispensabili per rendere operativa la legge, venga rafforzata la linea della ricerca e dello sviluppo per contribuire a far fare un salto in avanti alla nostra ricerca".
"Sulla legge- conclude Binetti- sembra proprio che si mettera' la fiducia, stante l'ostruzionismo del M5S. Vorremmo che il governo non sprecasse questa fiducia e la traducesse in investimenti seri per la ricerca, per quella di base e per quella applicata; per quella scientifica e per quella umanistica; per quella tecnologica e per quella sociale. Serve ricerca come stile di vita accademico e politico. Serve ,in altri termini, un atto di fiducia nei confronti dei nostri ricercatori, soprattutto dei piu' giovani".
(Wel/ Dire)