(DIRE-Notiziario Scuola) Roma, 18 gen. - "Spettacoli, musica, teatro, enogastronomia: sono simboli e testimonianze di una scuola che non si consuma su pagine ingiallite". Così su Facebook il Sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone la scorsa settimana in occasione della notte nazionale del liceo classico. Venerdì 15, quando in serata centinaia di licei classici hanno aperto le loro porte ai territori "per mostrare cosa e' oggi il nostro patrimonio culturale studiato a scuola", Faraone è stato ad Acireale, "nell'istituto in cui questa bella iniziativa è nata per poi diffondersi a livello nazionale".
"Un'iniziativa- continua- che e' una risposta a chi parla con toni rassegnati del calo dei licei classici italiani, scelti da appena il 6% dei nostri studenti l'anno scorso, superati di gran lunga dai licei scientifici o linguistici. Ai 'discorsisti da salotto' che affermano che questo percorso di studi sia scarsamente spendibile nel mondo del lavoro. A chi dice: 'ma poi nel 2016 a cosa serve studiare ancora le lingue morte?'. Mantra che si ripetono in modo ossessivo al bar, davanti al portone di una scuola media tra mamme confuse per le scelte future dei figli, al supermercato o a tavola con gli amici. Ritornelli dai quali traspaiono due concezioni sbagliate della scuola di oggi: una scuola 'mordi e fuggi', dai risultati immediati ed effimeri, una scuola che preveda per i nostri ragazzi uno studio solo nozionistico e che non punti piuttosto - come credo sia giusto che sia - a sviluppare le loro competenze. I ragazzi devono sapere, non saper fare. Sbagliato". "Eventi di questo tipo- ha scritto ancora Faraone- dimostrano che il liceo classico non e' luogo della conservazione, museo del pensiero, raccolta di anticaglie chiuse in teche rese opache dalla polvere e dal tempo. È una realta' che puo' e deve dare tanto alla vita sociale ed economica del Paese. Cosi' come ogni altro percorso del nostro sistema d'istruzione. Con #labuonascuola l'abbiamo detto chiaramente: la cultura classica - il nostro patrimonio culturale, storico, artistico - salvera' l'Italia. Se il classico e' in declino, la colpa e' di chi lo vuole lasciare nella nicchia dei nostalgici. Funziona come nel marketing: le nicchie sono comode e danno grandi rendite se le sai presidiare, altrimenti il rischio e' che si trasformino presto in loculi. Togliamo il liceo classico e con esso la nostra cultura e la nostra tradizione dall'abbraccio mortale dei laudatores temporis acti".
"Il liceo classico- ha aggiunto il Sottosegretario- ha ancora forza, se trova la capacita' di rinnovarsi, di aprirsi ai tempi, di prendere la tradizione e declinarla al futuro. Non e' un caso se abbiamo voluto introdurre l'alternanza scuola-lavoro obbligatoria anche nei licei classici. Ci e' sembrata una scelta scontata. La scuola - qualsiasi scuola - apre al domani, chiede ai ragazzi di esercitare la loro creativita', la loro fantasia per immaginare strade non ancora battute. Ben vengano tutte quelle strade del domani che partono da una conoscenza profonda e sentita del nostro presente e del nostro passato. Perche' la nostra cultura- ha concluso- puo' e deve diventare sempre piu' produttrice di Pil. 'I giovani non sono vasi da riempire ma fiaccole da accendere', lo diceva Plutarco, a proposito di classici. E ci vedeva lungo".
(Wel/ Dire)