(DIRE-Notiziario settimanale Scuola) Roma, 5 dic. - "No ai diplomifici che infangano la scuola italiana e siciliana e danneggiano anche le scuole paritarie che fanno vero servizio pubblico per gli studenti e le famiglie. Quanto scoperto in alcuni istituti della Sicilia centrale e orientale e' assolutamente inaccettabile. Siamo strenuamente contro qualsiasi forma di diplomifici e decisi ad eliminare le cattive erbacce". Cosi' il sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone, sull'operazione della Guardia di Finanza di Ragusa che ha smascherato un giro illecito di affari legato a rilasci illeciti di diplomi e attestati professionali tra le province di Ragusa, Siracusa, Agrigento e Catania.
"Abbiamo avviato un Piano straordinario di ispezione degli istituti paritari- spiega Faraone- per verificare il rispetto dei requisiti per il mantenimento della parita' scolastica tenendo sempre ben presente che molti di questi istituti, invece, operano correttamente. Pensiamo, ad esempio, ai casi dell'infanzia e dell'inclusione dei disabili. A tutela della scuola nel suo complesso, dunque, abbiamo avviato un piano triennale che solo nei primi sei mesi ha dato risultati importanti: sono state ispezionate 288 scuole, con particolare attenzione alle secondarie di secondo grado, e la parita' e' stata revocata a 27 di queste mentre in 145 casi gli ispettori hanno rilevato problematiche da sanare. Fra i risultati di questa azione decisa anche la riduzione del 13% dei privatisti all'ultimo esame di maturita'".
Il ministero, conclude Faraone, "e' a fianco della magistratura con l'obiettivo di smascherare chi abusa di un principio costituzionale per i propri interessi a danno di tutto il sistema d'istruzione del Paese. Continueremo a combattere il malaffare dei diplomifici, continueremo ad andare avanti con le nostre verifiche, nell'interesse principale degli studenti, come continueremo a sostenere, come stiamo facendo in legge di Bilancio e ha ben evidenziato il premier Renzi, chi invece costituisce una 'gamba sana' della scuola italiana", conclude.
(Wel/ Dire)