(DIRE-Notiziario settimanale Scuola) Roma, 11 apr. - Le sfide poste dall'educazione degli adulti rivolta ai detenuti nelle carceri sono al centro dell'incontro 'Liberi di apprendere' svoltosi a Napoli, presso l'I.T.I.S. Augusto Righi.
La due giorni, organizzata dall'Agenzia Erasmus+ INDIRE in collaborazione con l'Unita' nazionale Epale (responsabile in Italia della Piattaforma elettronica europea per l'apprendimento degli adulti), propone una riflessione sulla cultura del rispetto di chi e' privato della liberta' e di chi opera negli istituti di detenzione. Hanno partecipato ai lavori circa 200 docenti delle scuole in carcere, ma anche volontari, operatori e persone impegnate in percorsi di educazione formale e informale.
"Dobbiamo partire dall'alfabetizzazione e puntare ai gradi piu' alti dell'istruzione - ha dichiarato il sottosegretario di Stato alla Giustizia, Gennaro Migliore, in un messaggio rivolto ai partecipanti del seminario - Nel corso degli ultimi anni i detenuti nelle carceri italiane sono stati impegnati in corsi volti ad ottenere un diploma di scuola secondaria di secondo grado (quasi 7000 detenuti), in corsi abilitanti all'esame per la licenza media inferiore (ca. 5000) e la licenza elementare (ca. 2500). L'alfabetizzazione per stranieri e' diventata un capitolo importante delle attivita' d'istruzione e lo e' tanto piu' adesso che il rischio di radicalizzazione in carcere diviene sempre piu' forte. L'istruzione universitaria e' ancora estremamente ridotta, dato che su 53,000 detenuti solo poche centinaia risultano iscritti all'universita'. L'iniziativa Epale prevede anche un riconoscimento della formazione a distanza. La tecnologia odierna puo' trasformare queste opportunita' in realta'. La sinergia tra i vari protagonisti della formazione, inclusi gli agenti di sicurezza, e' fondamentale - aggiunge Migliore - per la riuscita della formazione. L'istruzione, la conoscenza, il percorso formativo contribuiscono a una maggiore consapevolezza e a un maggior valore dell'esecuzione penale".
Lorenza Venturi, capo unita' Epale, ha sottolineato "l'importanza di progetti europei di apprendimento per i detenuti che consentono una reale partecipazione attiva ai processi educativi. In questo senso, la community EPALE puo' essere uno strumento utile per scambio di expertise in prospettiva europea fra gli operatori".
Fra i rappresentanti dell'amministrazione penitenziaria intervenuti anche Giuseppe Centomani, Dirigente del Centro Giustizia Minorile della Campania, Toscana e Umbria che ha evidenziato il ruolo della sperimentazione "nel contesto carcerario, tradizionalmente conservativo, di percorsi educativi specifici per chi apprende ma anche per chi insegna. Questo puo' sviluppare un nuovo sentimento di identita' e di consapevolezza delle proprie competenze".
Nel corso dei lavori sono stati presentati dei focus sulle iniziative nazionali e una panoramica su alcuni progetti svolti, come le attivita' di teatro in carcere del Teatro Nucleo di Ferrara, la didattica laboratoriale realizzata nella Casa Circondariale femminile Pozzuoli oltre a professionalizzazione, cura di se', cittadinanza attiva.
(Wel/ Dire)