(DIRE-Notiziario Scuola) Roma, 5 ott. - Scuola bocciata in internazionalizzazione. Il voto dei docenti italiani in merito non va oltre il 5,1 e non raggiunge quindi la sufficienza.
Una scuola - e un corpo docenti - quindi ancora restia al cambiamento, nonostante sia riconosciuta l'importanza dell'apertura oltralpe. È questo quanto emerge dalla ricerca 2015 dell'Osservatorio nazionale sull'internazionalizzazione delle scuole e la mobilita' studentesca promosso dalla fondazione Intercultura e presentata al ministero dell'Istruzione. Dalla ricerca si riscontra quindi - grazie ai dati elaborati da Ipsos - la maggiore fiducia sul tema dei presidi rispetto agli insegnanti: il 65% di loro da' infatti un voto dal 7 al 10.
Una discrepanza di giudizio tra le due categorie in cui un peso rilevante ce l'ha la riforma 'La buona scuola' piu' avversata dai docenti rispetto ai presidi. L'unico voto positivo attribuito dagli insegnanti alla scuola secondaria in Italia e' quello relativo alla qualita' dell'insegnamento (6,2). Bocciate invece la capacita' di accoglienza e valorizzazione degli studenti stranieri (5,8), il grado di insegnamento delle lingue straniere (5,4), la capacita' di formare cittadini europei (5,3), l'apertura a collaborazioni con scuole straniere (5,1), la predisposizione al cambiamento (5), il sostegno ai programmi di mobilita' individuale degli studenti (5), il grado di partecipazione ai programmi internazionali (4,9).
Il voto piu' basso invece e' per la conoscenza delle lingue straniere da prte dei professori non di lingua: per loro un sonoro 4,2. Quali quindi le soluzioni per uscire da questo stallo? Sempre secondo i docenti la scuola ideale dovrebbe offrire loro le condizioni e le risorse per lavorare al meglio: 2 su 3 chiedono autonomia e flessibilita' mentre uno su quattro (24%) chiedono che la scuola sia al passo con la societa'. Un altro 10% preferirebbe avere maggiori riconoscimenti dal proprio ruolo economico. I presidi dal canto loro, grazie all'autonomia prevista dalla riforma, ritengono che quest'ultima migliorera' il processo di internazionalizzazione (lo afferma il 73% di loro). Sempre sulla riforma sono invece piu' scettici gli insegnanti, solo il 40% ritiene che aiutera' le scuole ad ottenere un profilo piu' internazionale, parere opposto invece per il 27%.
"La sfida che dobbiamo sostenere- ha spiegato il segretario generale della fondazione Intercultura, Roberto Ruffino presente al convegno al Miur questa mattina- e' quella di innescare un processo virtuoso per sostenere i docenti nella loro formazione internazionale. Alcuni docenti andrano valorizzati nel loro gia' essere internazionali, altri dovranno essere formati 'meglio', altri ancora - la fetta piu' grande - dovranno essere sostenuti con tempi lenti e piu' lunghi. Quello di cui c'e' bisogno e' un cambio culturale, che nel nostro Paese deve avvenire in molti settori, e come ogni cambiamento di questo tipo i tempi non possono che essere lunghi".
"La strada avviato da questo Governo- ha detto ancora Ruffino a Diregiovani- sembra essere quella giusta e i presidi, anche grazie alla loro maggiore autonomia rispetto al passato, avranno un ruolo fondamentale in questa evoluzione".
(Wel/ Dire)