(DIRE-Notiziario Scuola) Roma, 5 ott. - Puo' la scuola essere internazionale senza il sostegno dei docenti? E soprattutto senza un copro docenti che a sua volta non ha vissuto esperienze all'estero? Secondo la ricerca dell'Osservatorio nazionale sull'internazionalizzazione delle scuole e la mobilita' studentesca promosso dalla fondazione Intercultura, presentata la scorsa settimana al ministero dell'Istruzione, la percentuale di docenti che hanno investito in esperienze fuori dal confine si ferma al 18%.
A far da contraltare, sempre secondo i dati Ipsos, un significativo 60% di professori intervistati, non ha nel suo curriculum alcuna formazione o osperienza internazionale, ma e' ancora ancorato al modo classico di concepire la scuola, basata piu' sullo studio della materie che non sull'esperienza sul campo. Dall'altra parte della barricata, gli studenti, sempre piu' propensi a vivere esperienze all'estero. Cosi' come dimostra la crescita di chi ha aderito a programmi sul tema: +109% tra il 2009 e il 2014.
Dati eloquenti anche dal punto di vista anagrafico: l'eta' media dei docenti considerati 'internazionali' e' 47 anni (non necessariamente piu' giovani), poco piu' 'grandi' coloro che appartengono alla seconda categoria, quelli piu' 'local': che hanno una media di 50 anni di eta'. Molti degli 'internazionali' sono docenti di lingue, ma sorprende che piu' della meta' di questi non ha vissuto alcuna esperienza all'estero.
I prof 'internazionali' hanno iniziato fin da giovani a lavorare alla loro formazione: il 49%, secondo la ricerca, ha frequentato brevi corsi all'estero, il 36% ha ha partecipato a erasmus o l'anno all'estero durante le superiori, il 27% ha lavorato all'estero prima dell'insegnamento.
Differenze sostanziali tra le due categorie (internazionali e local) anche a livello generale: i primi si percepiscono piu' aggiornati (36% contro 23%) e innovativi (26% vs 13%).
I 'local', che nella vita extra scolastica si dichiarano persone aperte alle diversita', sono comunque piu' a loro agio nel contesto culturale di appartenenza. Aspetto quest'ultimo che si riflette anche a scuola: una figura stimolante (29%) ed esigente (31%) ma che fa fatica ad avere uno sguardo 'globale' e a riconoscere l'importanza di una formazione internazionale.
(Wel/ Dire)