"Così si sfugge a confronto, allora aboliamo le vacanze di Natale?"
(DIRE-Notiziario Scuola) Roma, 30 nov. - Poca comprensione per una decisione "frutto di una lettura ideologica". Don Carlo e' il parroco della Parrocchia di S. Ambrogio, a Rozzano Vecchio.
Proprio la cittadina in provincia di Milano in queste ore ha meritato gli onori della cronaca per la scelta di Marco Parma, dirigente scolastico reggente dell'Istituto comprensivo Garofani, di cancellare il Concerto di Natale e di rimuovere i crocifissi dalle aule.
Don Carlo, interpellato dall'agenzia DIRE, sottolineando che di Gesu' e Maria nel Corano "non se ne parla in termini aggressivi", ha spiegato di non comprendere la scelta frutto di poca informazione. E di nutrire "anche perplessita' di metodo e pedagogiche, soprattutto se in un contesto come quello di oggi si rinuncia a un confronto. Mi sembra - continua - un segno dei tempi molto negativo. Mi sarebbe piaciuto affrontare la questione, confrontare i diversi punti di vista sulla festa del Natale".
Secondo Don Carlo "ai nostri ragazzi dobbiamo insegnare loro a pensare e a riflettere e non semplificare in nome di non so che cosa. Mi parli di laicita'? Ma in che termini? Come fai a capire se semplifichi?". Meglio, a proposito dell'iniziativa doppia del dirigente, "parlarne prima. Ne parliamo prima, convochi le parti che potrebbero essere interessate e dici 'Lo faccio perche' mi sembra intelligente' e ne parliamo. Cosi' facendo fai invece capire che non interessano le reazioni, ma speri che qualcuno se ne accorga". Invece, sarebbe meglio, ribadisce il parroco, "che parlassimo insieme di cosa vuol dire in Italia parlare del Natale. Ricordo di aver sentito una volta una testimonianza di una persona cresciuta in Nordafrica per il lavoro dei genitori, cresciuta in quartiere dove c'erano cristiani, europei, ebrei e musulmani e che si raccontavano l'uno le feste dell'altro".
Tra le motivazioni della scelta della dirigenza dell'istituto comprensivo, il rischio che qualche genitore di religione musulmana potesse essere in imbarazzo nel far partecipare i propri figli a una festa con canti religiosi di stampo cristiano e cattolico: "Non fare una festa perche' qualcuno potrebbe offendersi e' infantile. Da adulto direi, parliamone".
Non si puo' sottrarsi e sottrarre "chi e' giovane alla possibilita' di capire. Meglio una complessita' che aiuta a crescere invece di una logica che semplifica un problema complesso. I giovani non li stiamo aiutando. Almeno creiamo un contesto di dibattito per capire ragioni dell'altro".
Don Carlo si dice "triste per le occasioni perse per aiutare i piccoli a crescere. Soprattutto in un momento in cui ci si chiede di imparare a dialogare. Se cerchero' di contattare il dirigente? Non so se gli interessa il confronto".
(Wel/ Dire)