I salari "non valorizzano le prestazioni di eccellenza"
(DIRE-Notiziario Scuola) Roma, 30 nov. - Il corpo docente italiano e' "il piu' anziano rispetto a quello di qualsiasi altro Paese dell'OCSE" e i salari "non valorizzano le prestazioni di eccellenza". Cosi' nel Rapporto 'Education at a glance 2015', l'annuale pubblicazione Ocse che analizza i sistemi di istruzione dei 34 Paesi membri, presentato oggi al ministero dell'Istruzione.
Nel 2013, in Italia, il 57% di tutti gli insegnanti della scuola primaria, il 73% degli insegnanti della scuola secondaria superiore e il 51% dei docenti dell'istruzione terziaria avevano compiuto 50 anni di eta' o li avevano superati, le percentuali piu' alte registrate rispetto ai Paesi dell'OCSE e ai Paesi partner. Essendo prevedibile che molti di questi docenti andranno in pensione durante il prossimo decennio, l'Italia si trova di fronte a un'opportunita' senza precedenti per ridefinire la professione.
Nel 2013, in Italia, vi erano meno alunni per insegnante nella scuola primaria rispetto alla media dei Paesi dell'OCSE o dell'Unione europea, e un numero simile di studenti nella scuola secondaria inferiore e superiore. Allo stesso tempo, gli insegnanti in Italia guadagnavano meno rispetto a lavoratori con un livello d'istruzione simile. Per esempio, nel 2013, gli insegnanti di eta' compresa tra 25 e 64 anni nella scuola pubblica secondaria inferiore guadagnavano in media due terzi del salario medio dei lavoratori con qualifiche comparabili, rispetto a una proporzione media dell'OCSE dell'80%. Inoltre, i salari degli insegnanti sono principalmente collegati all'anzianita' (anni di esperienza) e "non valorizzano le prestazioni di eccellenza, come per esempio in Finlandia e in Francia".
(Wel/ Dire)