(DIRE-Notiziario Scuola) Roma, 30 nov. - "Togliere dalle scuole i simboli della nostra tradizione crea le condizioni per l'analfabetismo culturale". Simona Malpezzi, parlamentare del Pd, di professione insegnante di scuola secondaria superiore, non condivide le motivazioni della scelta del preside reggente dell'Istituto Garofani di Rozzano (Milano), Marco Parma (gia' candidato sindaco per una lista civica M5S), di cancellare la 'Festa musicale di Natale' e far togliere dalle aule scolastiche il crocefisso in nome della valore della laicita' della scuola pubblica. La notizia ha suscitato le immediate proteste dei genitori dei bambini della scuola di Rozzano che quest'anno avevano chiesto di inserire, tra i brani del concerto, alcun canti come 'Adeste fideles' e 'Tu scendi dalle stelle'.
"Se e' vera la notizia, e sara' mia premura verificarla- commenta Malpezzi interpellata dall'Agenzia Dire- quel dirigente scolastico sta sbagliando, perche' la laicita' della scuola pubblica non si garantisce togliendo i simboli che al di la' del fatto che siano religiosi, possono anche avere un valore culturale".
Questo comportamento, continua la deputata Pd milanese, che e' componente della commissione Cultura e Istruzione, "non crea inclusione ma barriere. Quando noi alla Camera votiamo il testo sullo 'ius soli', inseriamo l'importanza anche dello 'ius culturae', dicendo che il senso di cittadinanza si ottiene quando si respira la cultura del Paese di cui si vuole diventare cittadini". Che la decisione del preside dell'istituto scolastico di Rozzano "sia sbagliata lo dico da laica- continua Simona Malpezzi- E' proprio il rispetto dei simboli che garantisce una maggiore laicita' perche' i simboli portano alla conoscenza.
Negare i cori natalizi sarebbe come negare la possibilita' di dare ai bambini la conoscenza che esiste quella tradizione. A scuola non si insegna la fede ma si forniscono gli strumenti culturali, altrimenti noi trasformiamo i nostri ragazzi in analfabeti incapaci di leggere i simboli che li circondano".
Secondo Malpezzi, "e' il pluralismo che garantisce la tolleranza, non e' l'omologazione. Se un preside elimina ogni simbolo culturale, non garantisce nemmeno la valorizzazione delle differenze ed e' quello che porta la tolleranza. Se un bambino musulmano si sente offeso, cosi' come fanno i figli di famiglie laiche, scegliera' di non frequentare l'ora religione, altrimenti facciamo una guerra ai simboli".
Da professoressa, la parlamentare del Partito democratico, ci tiene a fare un esempio: "Come faccio io a spiegare a un ragazzo l'ultimo canto della Divina Commedia di Dante, il Paradiso, se quel ragazzo non ha cultura in materia di simboli. Come faccio a spiegargli 'Vergine Madre, figlia del tuo figlio...'. Rischiamo di creare degli analfabeti culturali".
(Wel/ Dire)