(DIRE-Notiziario Scuola) Roma, 23 nov. - Piu' ancora della denuncia, stupisce in questo caso la reazione: lo sdegno collettivo, trasversale, che investe genitori, insegnanti, ma anche dirigenti e studiosi, di fronte alla richiesta di aiuto lanciata da una mamma su Facebook: "Arrivo a scuola di mio figlio senza preavviso e trovo davanti ai miei occhi questo lager.....Aula di sostegno scuola elementare Pirgotele Casalpalocco. Aiutatemi, amici di FB...aiutatemi ad urlare il nome di Alessio affinche' anche lui abbia una stanza decorosa, pulita ed accogliente e a far in modo che non perda la sua dignita' di bambino". Questo il testo della denuncia di Cristina, accompagnato da una foto che, seppur sfocata e scattata evidentemente in fretta, da' il senso dell'abbandono e dello squallore in cui Alessio e' costretto a vivere alcune e o tutte le ore della sua giornata scolastica. Dalle 12.30 del 19 novembre alle 12.30 del 20, oltre 50 mila condivisioni solo su Facebook, oltre a un numero altissimo di commenti, unanimi nel condannare quella che a tutti pare un'ingiustizia, una violenza, un sopruso. "Non siamo pronti ad avere studenti disabili". Il ministero al lavoro, la preside assente e la solidarieta' "dal basso". "Stiamo lavorando al caso - ci risponde stamattina l'ufficio del sottosegretario del ministero dell'Istruzione Faraone - Vi faremo sapere non appena avremo chiarito la situazione e trovata una soluzione". Intanto e' scattata invece la "solidarieta' dal basso", come ci ha riferito Cristina: "Mi stanno arrivando centinaia di messaggi e di telefonate: tanti genitori, ma anche municipio, insegnanti e scuole che dicono di voler accogliere Alessio. Le istituzioni, invece, non stanno facendo nulla - denuncia la mamma - La preside e' assente da due mesi, l'ho vista solo una volta, il 14 settembre. Non faccio che chiedere appuntamenti, che vengono regolarmente rinviati".
Perche' i problemi, precisa Cristina, non sono iniziati il 19: "E' dall'inizio dell'anno che la scuola si mostra impreparata ad accogliere mio figlio. Tante volte, l'ultima stamattina, mi hanno detto 'non siamo pronti ad avere ragazzi disabili', avrei voluto registrarli. Il primo giorno di scuola non c'era insegnante di sostegno ne' insegnante di classe. Per tutto il primo mese ho dovuto tenere mio figlio a casa, perche' non c'era nessuno a seguirlo e assisterlo".
Il bambino all'interno dell'aula di sostegno della scuola elementare Pirgotele Casalpalocco. "Mio figlio cambiato in palestra, mentre i compagni giocano a basket". Poi, quando finalmente Alessio ha iniziato ad andare a scuola, uno dei problemi principali e' stato quello dell'igiene: "la scuola, nonostante tante promesse e i quattro incontri preparatori che avevamo avuto prima dell'inizio dell'anno, on aveva uno spazio per cambiarlo. Alessio veniva cambiato in palestra, su un lurido tappeto, davanti ad altri ragazzi che facevano ginnastica o giocavano a basket. Ho chiesto a gran voce che venisse rispettata la dignita' di mio figlio, ma nessuno ha mai risposto al mio appello". Cristina ci segnala anche un altro episodio, accaduto alcuni giorni fa: "Mio figlio ha avuto una crisi epilettica, come a volte gli accade: nessuno a scuola sapeva che fare, l'insegnante si sostegno e' stata presa da una crisi di panico: mi hanno telefonato e mi sono scapicollata: ecco, questo e' indice di quanto la scuola sia pronta ad assistere mio figlio".
Uno "sgabuzzino" come aula di sostegno. L'ultima prova di questa "impreparazione" Cristina l'ha avuta ieri, "quando sono andata a scuola senza preavviso e ho scoperto questo sgabuzzino, che chiamano aula di sostegno". Cristina chiarisce che "diversamente da quanto riportato da alcuni giornali, mio figlio non era solo, ma con l'insegnante di sostegno. E che probabilmente e' vero, come si difende la scuola, che non trascorre li' tutto il tempo: ma per me e' indifferente, non posso pensare che mio figlio passi li' neanche qualche minuto. E' uno spazio indecente, sporco, piccolo, chiuso. Io capisco la necessita' di farlo uscire ogni tanto dall'aula - continua - ma deve avere uno spazio adatto in cui andare. Non uno sgabuzzino con un tappeto buttato per terra: lo stesso su cui viene cambiato ogni giorno". Intanto, Alessio non e' tornato a scuola: "E' un grande problema per me e mio marito, entrambi assistenti di volo e genitori anche di un altro bambino di 6 anni, che fortunatamente frequenta un'altra scuola. Ma io non posso portare Alessio a scuola in queste condizioni. Spero che qualcosa si muova, a livello istituzionale: otto mamme hanno testimoniato e denunciato la storia di Alessio all'Ufficio scolastico regionale: attendiamo fiduciosi e certamente rincuorati almeno dalla grande solidarieta' che stiamo ricevendo".
(Dire-Redattore Sociale) (Wel/ Dire)