Biondi (Indire): Contratto insegnanti non più solo su ore lezione
(DIRE-Notiziario Scuola) Napoli, 2 nov. - "Autonomia scolastica, a partire dalla gestione degli edifici, rifacimento del contratto di lavoro degli insegnanti che non può più essere basato solo sulle ore di lezione, edifici scolastici dove lo spazio 'insegna'". Sono questi i primi tre punti che bisognerebbe affrontare da subito, secondo Giovanni Biondi, Presidente Indire, nella rimodulazione della scuola italiana.
Di questi radicali cambiamenti dell'universo scuola, Biondi ne ha parlato alla Dire in occasione della sua visita alla Città della Scienza di Napoli per la tre giorni di 'Smart Education & TECHnology Days, che si è conclusa il 30 ottobre.
"Io credo - ha detto ancora Biondi - che la madre di tutte le battaglie sia cambiare il paradigma della didattica. Nella sua forma attuale introdurre la tecnologia non basta. Fin quando la scuola sarà una trasmissione del sapere con i professori che rimestano i contenuti dei libri, la scuola resterà inadeguata. Perché questo è un paradigma nato in un contesto storico molto diverso e con l'unico scopo dell'alfabetizzazione di massa. Ad oggi, la scuola è rimasta su quel modello legata a doppio filo all'utilizzo del libro di testo. Questo modello è in crisi. Questo metodo non avvicina i ragazzi al ruolo da protagonista. È questo il vero problema".
"La sfida, oggi, è trasformare la scuola - per il presidente Indire - da trasmissione di sapere a costruzione di sapere. Anche l'organizzazione del lavoro degli insegnanti è anacronistica. Necessario è aggredire il modello esistente".
Chi sia davvero pronto a questo cambiamento epocale è difficile dirlo perché, come ha spiegato Biondi, "sono pronti gli otto milioni di studenti che premono contro uno schema che ormai è troppo stretto, richiedono l'utilizzo di nuovi linguaggi. È pronto il mondo del lavoro che richiede nuove competenze. Ci sono quindi tutte le ragioni per la crisi del modello attuale. Credo che nei prossimi anni ci sarà un'accelerazione in questa rivoluzione".
E gli insegnanti? "Tanti coloro che si rendono conto che bisogna fare qualcosa di diverso ma è difficile dire 'gli insegnanti sono pronti'. In Italia sono ben 700mila. Ci sono alcuni di loro che sono già nel processo di cambiamento, altri che lo vedono con timore da lontano, magari ci sono anche molti insegnanti che continuano in maniera tradizionale a 'ripetere' la scuola che loro stessi hanno frequentato".
Nel cambiamento coinvolte o ancora da coinvolgere le famiglie, quelle - e sono la maggioranza - che si aspettano i voti in pagella e il libro di testo da far studiare per i compiti a casa.
"Questo è più difficile perché, chiaramente, le sicurezze che ha un genitore verso i propri figli nascono dalle cose che lui stesso ha fatto. Bisogna spiegare ai genitori che il lavoro che hanno fatto i loro genitori oggi non c'è più e che loro stessi nel mondo del lavoro attraversano cambiamenti continui. Allora perché la scuola deve rimanere uguale a se stessa, non è più adeguata a sostenere i ragazzi in questo apprendimento lungo tutto l'arco della vita. Credo che i genitori giovani sanno benissimo che il lavoro che loro stanno facendo è in continua trasformazione e quindi li dovrebbe aiutare a capire che anche la scuola deve trasformarsi".
(Wel/ Dire)