SCUOLA. Aumento comportamenti violenti, seminario in Emilia Romagna
Iniziativa Usr: casi anche molto pericolosi, famiglie spaventate
(DIRE - Notiziario Scuola) Bologna, 23 mar. - Nella scuola dell'Emilia-Romagna si contano sempre di più i "comportamenti reattivi violenti di numerosi alunni". E in alcuni casi, sottolinea il direttore regionale dell'Ufficio scolastico (Usr), Stefano Versari, "raggiungono punte potenzialmente molto pericolose, con distruzione di oggetti e suppellettili, aggressioni verso altre persone, sia verbali sia fisiche, o auto-aggressive". Fatto sta che "dal mondo della scuola regionale giungono segnali sempre più precisi rispetto all'emergere del tema di come impostare l'azione pedagogica e didattica" di fronte a questi casi. Anche perchè le conseguenze sono 'importanti': "Lo sconvolgimento che queste crisi comportamentali portano nel regolare andamento della vita scolastica ne ampliano le ricadute, generando ansia e paura nei compagni, lamentele degli altri genitori, fino a minacce di ritirare i figli da scuola, scontri tra famiglie e con la scuola, e così via".
Fatto sta che l'Usr ha deciso di mettere in piedi un seminario regionale di tre giorni (26, 27, 28 marzo), al "Belluzzi" di Bologna, su 'La gestione educativa delle crisi comportamentali'. E' proprio nella presentazione di questo appuntamento, messo a punto con esperti medici e dei servizi sociali, che Versari segnala che sempre di più dalle scuole arrivano sos per questo genere di situazioni che coinvolgono studenti "a volte certificati per handicap, a volte seguiti dai servizi (sanitari o sociali), a volte non seguiti (perlomeno per quanto a conoscenza delle scuole). Si tratta, prosegue Versari, "di comportamenti che appaiono all'osservatore esterno come non volontari, non pianificati, di reazione o a comportamenti altrui o a situazioni di disagio dell'alunno stesso, non sempre chiaramente identificate o identificabili". Ma certo è, appunto, che "raggiungono punte potenzialmente molto pericolose".
Le crisi comportamentali, soprattutto violente, fino al punto da spingere i genitori a trasferire altrove i loro figli, sono dunque "un tema che è urgente affrontare con azioni istituzionali mirate e coordinate", evidenzia Versari. Per questo l'Usr ha cercato la collaborazione dell'Università di Bologna, sia per gli aspetti pedagogici che per quelli psicologici, "per approfondire il tema dell'apprendimento cooperativo, della pratica non violenta dei conflitti, dell'alfabetizzazione ai sentimenti e alle emozioni. Come sempre la risposta dell'Università è stata di piena collaborazione".
Il seminario di Bologna si suddivide in sessioni mattutine e workshop pomeridiani: le prime sono aperte a docenti, dirigenti scolastici, operatori, famiglie; al pomeriggio invece gli incontri sono riservati a insegnanti e dirigenti scolastici dell'Emilia-Romagna. Le iscrizioni si raccoglieranno sul posto nei giorni del seminario, fino al numero massimo di capienza (300 posti al mattino; 30 posti per ciascun workshop al pomeriggio). Si indagheranno aspetti clinici, pedagogici, di prevenzione del bullismo, di autismo e di esperienze maturate in altri paesi.
Focus anche sulle famiglie e sui loro vissuti come pure sullo sport come fatto di educazione alla relazione e al comportamento responsabile. Versari raccomanda la "massima partecipazione" anche da parte dei presidi sollecitati "a partecipare direttamente oltre ad inviare docenti referenti delle scuole".
(Wel/Dire)
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