(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 9 mar. - Nelle scuole europee le ragazze sono meno sicure dei ragazzi e, ne consegue, una loro sotto rappresentazione negli studi scientifici. "L'83% delle donne termina l'istruzione secondaria rispetto al 78% degli uomini, eppure in Europa il 70% dei laureati in ingegneria, materie scientifiche o informatica e' di sesso maschile: 2 milioni 700 mila uomini contro 1 milione e 300 mila donne". A dirlo sono Philippe Cori, direttore Unicef dell'ufficio di Bruxelles, e Vera Jourovß, deputato europeo e membro della commissione sull'eguaglianza di genere, in occasione della seconda giornata di riflessioni sull'empowering women al Parlamento europeo (Pe).
"Quando le donne arrivano nel mondo del lavoro finiscono per scegliere spesso un lavoro a tempo parziale- ricorda Jourovß- che si concilia meglio con la famiglia ma da' loro una pensione inferiore del 40%".
È sempre piu forte la consapevolezza che l'empowerment femminile passa attraverso l'istruzione: l'unico modo per affrontare la disparita' di genere. E questo perche' "ad eccellenti prestazioni scolastiche femminili non corrispondono carriere scientifiche che offrono sbocchi professionali piu' remunerati", conferma il vicepresidente del Pe, Dimitrios Papadimoulis, alla presenza di 62 deputate di 18 Stati membri piu' un'esponente della Norvegia, all'apertura dei lavori. La proposta dell'emiciclo europeo e' quindi puntare sulle donne a partire dall'infanzia, rafforzando la consapevolezza sulle loro reali capacita' e potenzialita'. Non e' un sogno, ma una realta' e lo ha dimostrato questa mattina una giovanissima di 11 anni, premiata nel 2014 come ragazza digitale europea dell'anno. Si chiama Manon van Hoorebeke e ha iniziato una scuola media sperimentale in tecnologia. A 8 anni Manon aveva gia' costruito un robot, e adesso si diverte ad insegnare ai compagni come si programma. L'undicenne non perde tempo e invita tutti a seguirla sul suo blog 'Digital girl'.
(Wel/ Dire)