Masini: Donatori su carta d'identità è battaglia civiltà
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 19 gen. - Perchè fare i trapianti di organi? "Per salvare vite umane e migliorare la qualità di vita dei pazienti". Un concetto semplice ma non sempre scontato. Un'equipe formata dal personale medico dell'unversità Cattolica del Sacro Cuore, da uno psicologo e da un paziente trapiantato, lo ha spiegato ai ragazzi del liceo classico Terenzio Mamiani di Roma, alla presenza della preside dell'istituto, Tiziana Sallusti e l'assessore alla Scuola di Roma Capitale, Paolo Masini. Il progetto, chiamato 'Roma - dona' e voluto dall'assessorato alla Scuola di Roma Capitale, in collaborazione con l'università Cattolica del Sacro Cuore, per sensibilizzare i più giovani al tema con una "corretta informazione sulla rilevanza di questa terapia salvavita".
Ai ragazzi sono state spiegate quindi le modalità di autorizzazione per la donazione, le differenze tra donatori viventi e donatori deceduti, le percentuali di guarigione a seguito di un trapianto e a seconda dell'organo trapiantato e le differenze tra coma e morte cerebrale (quest'ultimo, uno dei tre casi in cui si può procedere alla donazione). Si è scoperto quindi che con un trapianto di cuore o di rene, in Italia come nel resto dell'Europa, la guarigione è vicina al 90%. Percentuale un po' più bassa per quel che riguarda il trapianto di rene, ma anche in questo caso le percentuali sono molto alte. Così come alte sono le possibilità di tornare al lavoro o alla normale quotidianità. È stato spiegato ai ragazzi che la donazione non riguarda solo le persone decedute, ma anche viventi. In questo caso è infatti possibile donare ad esempio, il rene, il lobo epatico, il lobo polmonare o il un segmento d'intestino. E ancora, le autorizzazioni. È il trapianto è consentito quando il donatore deceduto ha dato il proprio consenso quando era in vita - consenso che oggi puó essere certificato nel documento di identità - o, in mancanza di un'autorizzazione pregressa, quando i familiari non si oppongono. Non è consentito se il potenziale donatore ha espressamente negato l'autorizzazione. Infine, dopo aver ascoltato l'esperienza di una giovane donna che ha subito un trapianto di rene (donato dal fratello) i ragazzi hanno compilato un questionario per valutare il grado di acquisizione delle informazioni e un eventuale cambiamento di opinione sul tema. Il progetto andrà avanti anche in altri istituti della Capitale.
"Questo è uno dei progetti che ho ereditato dal precedente assessore e che mi piacciono di più- ha detto Masini-. Sono iscritto all'albo da quando avevo 18 anni, cercavo con il mio vecchio Ciao il luogo dove potermi iscrivere. Ma soprattutto il poter scrivere di essere un donatore sulla carta d'identità è una battaglia di civiltà che ho fatto mia anche quando ero consigliere di opposizione. Questo è il massimo perché è la vita che va oltre la morte".
(Wel/ Dire)