(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 19 gen. - "E' attraverso una reale e concreta alternanza scuola-lavoro che diamo un futuro ai nostri giovani, i ragazzi sono pronti per entrare nel mondo lavorativo. Stiamo cambiando la scuola italiana perché vogliamo dare ai nostri studenti la possibilità di misurarsi con il mondo del lavoro fin da subito". Lo ha detto il sottosegretario all'Istruzione, Gabriele Toccafondi, a seguito della visita fatta all'Istituto Tecnico Agrario 'Bettino Ricasoli' di Siena. Nella scuola tutti gli studenti, già dal primo anno, svolgono esercitazioni pratiche interne legate ai cicli produttivi (vendemmia delle uve, raccolta delle olive, potatura, coltivazione piante in serra e negli orti), impegnando mediamente oltre il 5% del monte ore annuale, cui si sommano, durante l'anno, visite tecniche guidate presso aziende agricole, la partecipazione a convegni, incontri con tecnici del settore agrario.
"Il Ricasoli - ha spiegato Toccafondi - intrattiene rapporti con oltre 200 aziende del settore, sia in Toscana che in altre regioni italiane, in cui gli studenti svolgono esperienze di lavoro per oltre 200 ore l'anno per ogni alunno; sommando le esercitazioni nell'azienda annessa all'Istituto con gli stage e con ogni altra attività di alternanza scuola-lavoro, nella classe quinta si raggiunge un impegno complessivo di attività pratiche e di alternanza di circa 300 ore annue in media, con punte di quasi 400 ore. Non è un caso che solo il 7% dei diplomati al Ricasoli non lavori, mentre il 51% risulta occupato e il 35% prosegue gli studi".
Con 'La Buona Scuola', la riforma che il governo sta portando avanti per il sistema d'istruzione, si vuole partire da quelle esperienze positive come l'istituto Ricasoli di Siena- ha concluso Toccafondi - Solo attraverso l'utilizzo dei laboratori funzionanti, di periodi di tirocini in aziende, solo esperienze con l'azienda scolastica danno ai ragazzi quelle conoscenze e competenze che gli saranno utili per trovare una occupazione.
Solo potenziando l'alternanza scuola-lavoro possiamo pensare di combattere la disoccupazione giovanile che, come ci dicono gli ultimi dati Istat, è ormai al 44%".
(Wel/ Dire)