Comune: da governo -20 mln, così i servizi non possono restare
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 12 gen. - Definirli arrabbiati è poco. I genitori dei ragazzi disabili di Parma sono infuriati con l'amministrazione comunale per la decisione di non rinnovare il bando per gli educatori scolastici. Il rischio è che dal prossimo anno i loro figli si ritrovino in classe senza nessuno in grado di seguirli e con solo poche ore di sostegno al giorno. Bruna Stocchi è la mamma di un ragazzo autistico che da quando ha saputo della decisione di tagliare i fondi all'integrazione scolastica ha deciso di non arrendersi e insieme ad altri genitori ha dato vita al comitato "Sostieni il sostegno di Parma".
"Abbiamo da poco lanciato una petizione on line per chiedere alle persone di sostenere la nostra battaglia- dice Bruna- Non si può neanche pensare di fare i tagli sui ragazzi con difficoltà. I soldi vanno ridotti su cose di minor utilità, soprattutto quelle materiali". La decisione di eliminare questo servizio, che consente di assistere un disabile durante le ore in cui si trova a scuola e coprire così le ore in cui manca l'insegnante di sostegno, è arrivata dopo i tagli agli enti locali previsti nella legge di stabilità approvata dal governo. "A novembre dovevamo aprire le buste e assegnare la gestione del servizio, che costa a bilancio 2,5 milioni di euro su due anni- dice Laura Rossi, assessore al Welfare del Comune di Parma- ma con la stangata della legge di stabilità, che ci ha ridotto di quasi 20 milioni di euro i trasferimenti, non potevamo firmare nuovi contratti e quindi abbiamo dovuto revocare il bando e sospendere tutto". Per ora il servizio sarà garantito fino a fine giugno. Poi occorrerà capire se cambierà qualcosa nella legge e se ci saranno risorse aggiuntive da destinare al welfare e all'educazione.
"Abbiamo cercato di mantenere gli educatori fino alla fine dell'anno scolastico- continua l'assessore- ma già a marzo toccherà riorganizzare le ore destinate a queste figure. Capisco le difficoltà delle famiglie e cercheremo di trovare una soluzione su come riuscire a organizzare in futuro questo servizio. Per ora non abbiamo molti spazi di manovra".
Un pensiero quello delle ore che preoccupa, perché il rischio sarebbe di ritrovarsi con meno educatori a cui verrebbero affidati più ragazzi disabili. "Mio figlio Luca ha 12 anni e frequenta la scuola media, ha un insegnante di sostegno che lo segue durante le lezioni e un educatore che lo aiuta su tutto il resto- racconta Bruna- è un ragazzo abbastanza autonomo ma va comunque seguito. Molti però hanno bisogno di persone che gli stiano sempre vicino. Non si possono cancellare con un colpo di spugna gli educatori, ne risentirebbe non solo un disabile, ma l'intera classe". Il problema si annida nella difficoltà che ormai da troppo tempo attraversa il sistema scolastico italiano. In base alla legge a occuparsi d'integrazione scolastica dovrebbero essere gli insegnanti di sostegno e quindi il ministero dell'Istruzione. Ma la carenza d'insegnanti e la riduzione delle ore destinate all'educazione dei disabili hanno portato alla nascita di queste figure professionali intermedie. Un servizio previsto degli enti locali e a carico dei rispettivi bilanci. Realizzato per venire incontro alle esigenze di famiglie e istituti scolastici. "Di certo ci sono sempre meno soldi e si è costretti a fare con quello che si ha- dice un'insegnante di Parma- ma scegliere di ridurre quelli destinati al welfare e all'educazione non è giusto. E non è giusto che a rimetterci siano ragazzi più deboli". (Dires - Redattore Sociale) (Wel/ Dire)