(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 23 feb. - L'Università degli studi di Roma Tre e l'Ufficio Scolastico Regionale hanno presentato una ricerca dal titolo "Orientamento scolastico e partnership dei genitori", per analizzare il quadro delle attività di orientamento nelle scuole secondarie di primo grado. Uno studio utile per sottolineare le criticità, registrare i desideri e i bisogni di studenti, docenti e genitori, in modo da poter intervenire con maggiore efficacia e perseguire l'idea di un orientamento inteso come strumento di autorealizzazione della persona e della sua piena e costante inclusione sociale.
La ricerca ha coinvolto 50 istituti, di questi 48 hanno completato il progetto, interessando circa 6240 ragazzi frequentanti la seconda e 6285 circa frequentanti la classe terza e i loro rispettivi genitori, un campione che rappresenta circa il 10% dell'universo di riferimento nel Lazio.
Dopo una prima fase di 'sensibilizzazione iniziale', dove attraverso incontri di presentazione rivolti a docenti e genitori si è illustrato il senso e gli obiettivi della ricerca, si è passati ad una seconda fase: la rilevazione quantitativa, attraverso un questionario online.
L'indagine qualitativa ha individuato il modello organizzativo di orientamento presente a scuola e i bisogni formativi emergenti espressi dai docenti referenti per l'orientamento.
Dai risultati ottenuti dall'analisi quantitativa si è evidenziato come gli attori coinvolti dovrebbero dialogare di più e contribuire alla realizzazione di progetti comuni, perchè solo nel 17% dei casi sussiste un presidio all'orientamento di tipo innovativo e con un elevato coinvolgimento degli attori, mentre nel 18% dei casi si vive l'assenza di un processo di orientamento all'interno della scuola. Ad aggravare ulteriormente il quadro si registra un generale atteggiamento di abbandono dei ragazzi, da parte delle figure di riferimento qualigenitori e professori.
Dall'analisi qualitativa emerge un quadro caratterizzato da una marcata bipolarità: se da un lato è riconosciuto all'orientamento una forte e costruttiva valenza culturale, dall'altro, sul versante professionale istituzionale, la pratica fa fatica a decollare in maniera organizzata e sistemica.
Le attività di orientamento sono prevalentemente limitate alle iniziative di docenti intraprendenti, e al 90% dei casi analizzati, legati al percorso didattico, con una marcata assenza di spazi specifici e strumenti innovativi come i repertori sulle professioni online, le banche dati o gli strumenti specialistici validati di tipo più consulenziale.
Le riflessioni conclusive mostrano con chiarezza come l'orientamento non possa essere più inteso come una mera pratica informativa, non possa più essere demandato a iniziative di singoli, ma soprattutto come vi sia la necessità di spazi ad hoc e figure professionali esterne all'ambito scolastico che possano collaborare con docenti e genitori nel percorso di scelta degli studenti.
"Risulta sempre più chiaro - si legge nella sintesi dei risultati - come il perseguimento del bene individuale di uno studente, attraverso l'interazione attiva e propositiva con il proprio contesto sociale, si trasformi in un bene collettivo capace di garantire il successo formativo e lo sviluppo economico del paese, e contrastare fenomeni sociali quali la dispersione scolastica e l'esclusione sociale".
(Wel/ Dire)