(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 20 apr. - "Le competenze del docente e le difficoltà scolastiche" è il titolo del corso del laboratorio di didattica speciale organizzato nell'ambito dei TFA 2014/2015. Ce ne parla il professore Carlo Albarello, tutor coordinatore per l'abilitazione in materie letterarie nei licei e docente presso Liceo Classico Virgilio di Roma.
Qual è lo scopo del Tirocinio Formativo Attivo? "Il TFA ha lo scopo di formare i docenti della nuova scuola italiana attraverso un corso importante, che come dice lo stesso nome, si articola in un tirocinio presso gli istituti scolastici, dove un domani questi nuovi docenti insegneranno E' un attività di formazione impegnativa e importante di cui l'università si fa carico, erogando lezioni e laboratori di didattica che prevede la collaborazione di tutor in servizio nella scuola, chiamati a trasmettere la propria esperienza didattica".
Il futuro dei TFA: resteranno, cambieranno, cosa succederà ? "Questo è il secondo ciclo del TFA. Il primo si è svolto nell'anno accademico 2012-13 ed è seguito un anno di sospensione, che lascia molte incertezze sulla prosecuzione di questa modalità di formazione degli insegnanti. Non è ancora ben chiaro se saranno le università che nei corsi di laurea dovranno prevedere dei corsi abilitanti all'insegnamento. Il problema in questo caso sarà come impartire questo tipo di insegnamento, dal momento che la pratica didattica propria della scuola è estranea al tipo di docenza universitaria, fondamentalmente frontale".
Perché un corso dedicato ai BES? L'obiettivo è dare gli strumenti per poter affrontare le tante difficoltà che si incontrano oggi nelle classi? "E' il secondo di un ciclo dedicato alla didattica speciale. E' previsto che i nuovi docenti si confrontino con le complessità che si possono trovare ad affrontare con gli studenti con disturbi nell'apprendimento. Sono i ragazzi stessi che nella loro difficoltà di apprendere insegnano ai loro docenti quello che non sanno. Si tratta di un percorso speciale nella formazione del docente, importante per sapere cogliere, magari per primi gli eventuali disagi e rispondere adeguatamente modulando la loro didattica rispetto alle competenze dello studente. Si tratta di una didattica inclusiva che non escluda nessuno, nemmeno l'alunno in difficoltà. Per questo la collaborazione con l'Istituto di Ortofonolgia con cui realizziamo il corso, perché siamo convinti che un insegnante debba sapere instaurare la giusta comunicazione tra docente e studente per favorire al massimo il suo successo formativo".
Da docente cosa pensa della 'Buona scuola'? "La buona scuola esiste già da diversi anni. Molti dei nostri studenti hanno riconoscimenti a livello italiano e internazionale in tutti i campi, da quello umanistico a quello scientifico.
Anche se decidono di studiare dopo il diploma superiore all'Estero, attratti da un mondo universitario che sembra coinvolgerli maggiormente, sono gli studenti che meglio sanno integrarsi e raggiungere risultati eccellenti".
(Wel/ Dire)