SCUOLA. Alcol, Scafato: Rischio 1,6 mln giovani
"È platea che va intercettata"
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 20 apr. - "È necessario incrementare la consapevolezza delle persone a proposito del consumare le bevande alcoliche in relazione a quella che viene considerata la moderazione". A parlare è Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio Nazionale Alcol, CNESPS, in occasione dell'evento 'Alcohol Prevention Day' presso l'Aula Pocchiari all'Istituto superiore di sanità a Roma. Un evento che è una "occasione di dibattito", in cui si sottolinea, tra le altre cose, che l'Oms "dice da anni che non esistono quantità sicure di alcol che possono essere consumate senza esporre se stessi o gli altri a un pericolo o a un danno dell'organismo". Scafato ha evidenziato le difficoltà "nel far emergere il problema alcol in Italia" e che 'Alcohol Prevention Day' "serve da cartina tornasole delle situazioni per cercare di identificare tutte le priorità nella salute e nelle altre competenze, che non sono solo sanitarie. Si pensi anche ad altre: alle regolamentazioni, alla legge che vieta ai minori 18 anni di prendere bevande alcoliche". I dati presentati oggi certificano "una diminuzione dei consumi, un aumento degli astemi- ha detto ancora Scafato a Diregiovani.it- Inoltre diminuiscono anche leggermente i consumatori a rischio. Ma il problema è nella distribuzione del consumo". Il direttore dell'Osservatorio nazionale alcol ha quindi fatto riferimento alle categorie a rischio, ai soggetti "vulnerabili all'alcol". Oltre agli anziani, ha spiegato che "i giovani che sono a rischio sono 1,6 milioni e in tutto abbiamo una platea tra gli 8 e i 9 milioni di consumatori appunto a rischio. È una platea che va intercettata dal sistema" per poi così "abbattere i costi derivanti dal danno e dal rischio 'alcolcorrellato', che Oms e Commissione Europea stimano pari a 160 milioni di euro". Serve, infine, "incrementare la capacità dei giovani di capire dov'è il rischio".
I giovani sono una categoria a rischio, "iniziano a bere troppo presto" e lo fanno "in modo inappropriato". Ha aggiunto Walter Ricciardi, Commissario dell'Istituto superiore di sanità. "Celebriamo la 14esima edizione", ha detto ancora ricordando che, se da una parte l'Italia è uno dei leader mondiali nella produzione di alcolici, siamo comunque "uno dei Paesi che in Europa fa un consumo minori e questo grazie anche al lavoro che viene fatto qui all'Istituto superiore di sanità e che ha fatto capire che bere responsabilmente è un segno di civiltà". Ricciardi ha quindi sottolineato come l'unica fascia "vulnerabile siano i giovani. È l'unico segnale negativo". I giovani "cominciano a bere troppo presto e quando succede sotto i 12, 13 o 14 anni ci sono problemi epatici precoci perché il fegato non è ancora pronto. Bevono in modo appropriato". I giovani sono quella parte della popolazione "con cui lavorare", si deve fargli capire che non "bisogna rinunciare all'importanza della vita: bere responsabilmente e non guidare quando si è bevuto".
(Wel/ Dire)
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