"Le soluzioni sono nella riforma all'esame del Parlamento"
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 20 apr. - Cresce il numero degli studenti stranieri in Italia: +20% rispetto al 2010, e quasi triplicati rispetto al 2001. Lo dice un rapporto - presentato lo scorso febbraio - della fondazione Ismu, relativo all'anno accademico 2013/14. Degli oltre 800mila studenti stranieri, tuttavia, molti sono quelli nati in Italia da genitori immigrati. Della questione se ne è parlato nella Sala Stampa della Camera dei deputati, con i parlamentari Pd, Khalid Chaouki, Giampiero Della Zuanna, Simona Malpezzi e con il segretario generale della fondazione Ismu, Vincenzo Cesareo. I presenti, in vista della discussione del ddl La buona scuola alla Camera, hanno illustrato alcune proposte che potranno "risultare utili nell'ambito della discussione parlamentare" sul provvedimento.
"Il dibattito sul ddl si è concentrato molto sul piano assunzionale- ha sottolinato Malpezzi- quando in realtà ci sono molti aspetti significativi anche per quel che riguarda l'incremento della presenza di alunni stranieri nelle scuole". Tra questi ne sono stati individuati prevalentemente 3, su cui "poter avviare degli approfondimenti": Formazione per i docenti sull'insegnamento della lingua italiana agli studenti stranieri; 'plurilinguismo'; e autonomia sulla gestione delle classi.
"Il nostro obiettivo è far sì che la presenza straniera nelle scuole non sia un problema ma una risorsa- ha aggiunto Malpezzi- per riuscirci del tutto dobbiamo far in modo che la lingua non costituisca un limite. Per questo grazie all'autonomia dei dirigenti scolastici sarà possibile attivare corsi di Italiano2 con docenti appositamente formati e reclutati con questo scopo dalle stesse scuole". Molti sono infatti gli studenti che non conoscono la lingua italiana perchè "non la parlano dentro casa. Molti di questi vengono addirittura classificati erroneamente come ragazzi con problemi di apprendimento e viene loro affidato un docente di sostegno".
E ancora, "per 'plurilinguismo' si intende, quella capacità di gestire le varie 'provenienze' nelle scuole: "Le scuole di Prato, ad esempio, dove la comunità cinese rappresenta il 90% della presenza straniera, avrà bisogno di corsi specifici italiano/cinese, sempre con un personale formato per l'occasione. E così via".
Oltre al ddl La buona scuola, "fondamentale - anche per vedere la questione sotto un ottica differente - sarebbe la legge sulla cittadinanza. Secondo la quale- ha spiegato Chaouki- i nati in Italia, sarebbbero considerati italiani a tutti gli effetti. A quel punto le statistiche verrebbero totalmente stravolte".
(Wel/ Dire)