(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 13 apr. - L'idea di uno psicologo dello sport, una palla che da tonda diventa 'storta' e il rugby 'rugbyll'. Tutt'intorno tanta solidarietà, tanta voglia di mettersi al servizio degli altri da una parte e di imparare dall'altra. Tutto questo è il progetto Rugby Scampia. Definire quello di Scampia 'solo' una squadra infatti non è corretto: "Scampia è un vero e proprio progetto- spiega all'agenzia DIRE Luigi Piscopo, presidente della società che ha una prima squadra che sta ottenendo buoni risultati in serie C2- Stiamo portando avanti anche un progetto scuola, sia a Scampia che nei quartieri limitrofi. Ad oggi abbiamo coinvolto 60 bambini e abbiamo 50 tesserati. Vogliamo riuscire a portare avanti gli ideali, i valori di uno sport come il rugby in contesti dove questi stessi valori non sono mai esistiti. Qui a Scampia il rugby neanche lo sanno pronunciare, qui il rugby diventa 'Rugbyll'. Qui si vive con il mito di Diego Maradona".
Nonostante tutto, però, "il riscontro è molto molto positivo, ci sono persone del quartiere che si stanno abituando all'idea della nostra squadra. Anche le istituzioni- continua Piscopo- Scampia per me è un quartiere bellissimo. È un quartiere vivibile, ci sono un sacco di associazioni contro l'illegalità".
Nel rugby l'elemento fondamentale è il sostegno. Non è uno sport individuale, il collettivo è decisivo e dovendo passare la palla all'indietro, il sostegno del compagno che segue diventa quasi vitale: "Attraverso questo sport i ragazzi imparano che il sostegno è importante, per andare avanti c'è bisogno del compagno. Ma Napoli è un po' come Roma, si vive di calcio". Il problema, spiega ancora Piscopo, è di quelli che mettono in ginocchio tante società sportive dilettantische: "Abbiamo bisogno di fondi, di infrastrutture".
Attualmente la squadra si allena sul campo comunale di Scampia. Un campo però di calcio e per poterlo utilizzare praticamente devono fare la coda dietro società di calcio: "Ci troviamo quotidianamente a 'combattere' con il calcio- dice ancora il presidente- Almeno però siamo al lavoro per una club house, un locale di una scuola dismessa che abbiamo ottenuto grazie all'associazione 'Resistenza anticamorra'. Per poterci entrare è stata ripulita e sono stati buttati 57 bidoni pieni di siringhe di tossicodipendenti". Anche la realizzazione di una così importante struttura può diventare la 'scusa' per offrire una possibilità: "Stiamo lavorando noi per ristrutturarla- dice ancora- Non abbiamo fatto ricorso a ditte esterne. Stiamo partendo dalla calce. Diamo una possibilità a chi non lavora di imparare un lavoro".
Ma come nasce il progetto Scampia? "Tutto merito del dottor Salvo Esposito- dice ancora Piscopo- E' lo psicologo dello sport che avevamo già quando eravamo piccoli. Il merito è suo. Dopo il progetto 'palla storta', che ha portato il rugby nel carcere di Nisida. L'idea è stata quella di portarlo nel quartiere, abitato da 80mila persone. Un progetto sociale importante, considerando che siamo partiti senza nulla e oggi invece abbiamo, dopo sette mesi, tanti iscritti e una squadra che ben si comporta in C2". Il progetto Scampia mette insieme figure completamente diverse e distanti l'una dall'altra. Come sottolinea Piscopo, "abbiamo ragazzi complicati, ragazzi difficili, anche chi ha fatto il carcere. Ma abbiamo anche un magistrato: mettiamo insieme persone disagiate con quelle che fanno parte della legge". Come Agostino Nigro, magistrato penale, trequarti ala ("ala di pollo", sorride) dell'Amatori Napoli: "Mi occupo di allenare i giovani, parliamo di età tra i 7 e i 9 anni- racconta Nigro alla DIRE- Vengono qui, magari convinti di giocare a calcio e poi invece arrivano, gli diamo la palla in mano e gli diciamo di correre. Vediamo passione e grande divertimento".
(Wel/ Dire)